"Essere uomo o essere donna" in medicina fa' una notevole differenza non soltanto perché la prevalenza di un alto numero di patologie è differente nei due sessi, ma anche e soprattutto perché i fattori causali e/o predisponenti, l'espressione clinica e l'approccio terapeutico di una determinata patologia possono variare sensibilmente in relazione al genere maschile o femminile.
Il concetto di medicina di genere comprende dunque la complessa interazione tra fattori genetici che, per così dire, programmano la macchina biologica in senso maschile o in senso femminile e fattori epigenetici di natura bio-psico-sociale che ne determinano il differente assetto nell'arco del ciclo vitale. Nel loro insieme tali fattori condizionano la vulnerabilità di genere a sviluppare o meno una determinata patologia in un certo periodo della vita e con caratteristiche peculiari che si riflettono notevolmente sui percorsi preventivi e assistenziali nei due sessi.
Negli ultimi anni la ricerca di base e clinica ha attribuito un ruolo importante ai cosiddetti effetti attivazionali degli ormoni sessuali, estrogeni ed androgeni, che, insieme a molti altri fattori, hanno cioè la capacità di azionare funzioni specifiche a partire da un programma di base, strutturalmente diverso nei due sessi, geneticamente determinato. La finalità di tali fenomeni è quella di rendere uomo e donna diversi nelle loro capacità di adattare l'organismo a richieste interne ed esterne ed è da tale diversità di adattamento che scaturisce la vulnerabilità per patologie differenti e con segni e sintomi peculiari nei due sessi.
Gli eventi critici del ciclo di vita riproduttivo della donna, menarca, gravidanza, menopausa, scandiscono in modo sostanziale l'esordio, il decorso e il trattamento di numerosi stati di patologia sul versante endocrino-metabolico, immunologico, cardiovascolare, neurologico e psichiatrico, ecc. Vaste aree, dunque, della salute della donna sono influenzate dalle fisiologiche modificazioni degli ormoni sessuali che determinano la fertilità e da eventuali alterazioni della funzione riproduttiva.
In particolare, la menopausa è un evento naturale che rappresenta però un modello clinico unico per indagare gli effetti della carenza degli ormoni sessuali sulla salute e sulle malattie al femminile.
Il 15% delle donne italiane, stando agli ultimi dati disponibili del 2000, ha una menopausa spontanea o provocata prima dei 45 anni, a fronte di un'età media della menopausa di circa 50.5 anni. In proiezione, si calcola che circa il 50% delle donne avrà un'età superiore ai 50 anni con più o meno 40 anni di vita da trascorrere in postmenopausa, una fetta considerevole di popolazione cui guardare con occhiali "rosa", quelli della medicina di genere appunto.
La menopausa prematura, invece, può verificarsi spontaneamente o essere di natura iatrogena, in seguito all'ovariectomia bilaterale o al danno transitorio e/o irreversibile del tessuto ovarico indotto dalla chemioterapia e dalla radioterapia, sia pelvica che generale. Per definizione, si intende per menopausa prematura la cessazione dei cicli mestruali spontanei prima dei 40 anni con una prevalenza intorno all'1%, mentre la menopausa cosiddetta iatrogena interessa il 4-5% delle donne di età inferiore ai 40 anni. La cessazione della funzione ovarica con largo anticipo sulla "tabella di marcia" prevista dalla genetica e dallo stile di vita della donna può costituire un elemento critico di slatentizzazione della vulnerabilità a sviluppare stati di patologia.
L'area Pavese di Ricerca Biomedica (APRiB), con i suoi tre IRCCS (Fondazione Policlinico San Matteo, Fondazione Salvatore Maugeri, Fondazione Istituto Neurologico Casimiro Mondino) operanti in sinergia, contente l'integrazione multidisciplinare di competenze specifiche nell'ambito della ricerca di base e clinica con concrete ricadute assistenziali diagnostico-terapeutiche in vari settori della medicina al femminile. L'APRiB propone, pertanto, lo sviluppo di un programma strategico sulla menopausa ed i fattori di rischio dell'invecchiamento femminile normale e patologico.
Verranno affrontate tre grandi aree di patologia, quali quella endocrino-metabolica (osteoporosi, sindrome metabolica e obesità, distiroidismi), quella cardiovascolare e quella neurologica (medicina del sonno, depressione e "mal di testa", declino cognitivo e demenze di vario grado e natura).
Rossella Nappi