L’Associazione Cittadinanzattiva ha appena reso noti i risultati di un’indagine realizzata da SWG sui farmaci equivalenti. Cosa sono i farmaci equivalenti, quali le molecole che possono essere reperite in questo tipo di categoria, e che differenza c’è con gli originali?
l farmaco equivalente è un medicinale con le stesse caratteristiche farmacologiche e terapeutiche del farmaco di marca che, alla scadenza del brevetto di quest’ultimo, ovvero dell’esclusiva di produzione, viene immesso sul mercato ad un costo ridotto, perché è già stato sottoposto a lunghi periodi di studi preclinici e sperimentazioni cliniche, che devono necessariamente precedere la produzione di un nuovo farmaco e che sono avvenuti almeno un ventennio prima. “È stata accertata la loro equivalenza terapeutica con il farmaco di marca a seguito della valutazione e dell’approvazione da parte di AIFA degli studi presentati dall’azienda produttrice” Fonte: Ioequivalgo
Il medicinale equivalente è sottoposto a tutti i controlli comuni agli altri farmaci erogati dalle aziende produttrici. Come per tutti i farmaci, i controlli proseguono anche dopo l’immissione in commercio. La differenza con il medicinale originale può riguardare la scelta dell’eccipiente, che per alcuni tipi di problematiche o patologie, può rappresentare un fattore da considerare con attenzione, si pensi ad esempio agli zuccheri per le persone con diabete. Alcune categorie di farmaci di cui esiste l’omologo equivalente sono:
- gli inibitori di pompa protonica,
- gli antipiretici,
- i beta – bloccanti,
- le statine,
- gli ACE inibitori,
- gli Antiaggreganti piastrinici,
- gli Antagonisti angiotensina,
- i Diuretici dell’ansa semplice.
Quali sono i risultati del vostro studio? In che modo la popolazione accoglie questi farmaci?
Cittadinanzattiva ha voluto costruire e sviluppare la quinta edizione del progetto Ioequivalgo in due regioni del sud – Campania e Sicilia - allo scopo di scandagliare le ragioni che sottendono alle grandi differenze di accoglienza dell’alternativa al branded fra i cittadini del nord e quelli del sud Italia, fiducia paradossalmente proporzionale in linea diretta al reddito pro capite. Fra le conclusioni a cui si è pervenuti, vi è la conferma di una maggiore resistenza di natura culturale fra i cittadini del sud, restii a credere che il minor prezzo dell’equivalente assicuri la medesima qualità, efficacia e sicurezza attribuite al medicinale di origine. Questa diffidenza riteniamo possa essere colmata attraverso la continuità di una comunicazione istituzionale che faccia chiarezza anche sui meccanismi di produzione del farmaco e attraverso la formazione delle nuove generazioni ad un approccio più diretto alla conoscenza scientifica, cosa che Cittadinanzattiva ha inteso fare con “Ioequivalgo Scuola”, progetto svoltosi a cavallo del periodo pandemico.
Crediamo sia funzionale una programmazione sistematica che origini da un lavoro sinergico fra l’istituzione salute e l’istituzione scuola. Non vi sono normative che possano sostituirsi ad una pervasiva e costante operazione culturale.
Esiste secondo i risultati del vostro studio un profilo dell’utente tipo propenso all’acquisto del farmaco equivalente e uno del meno incline all’acquisto di questo tipo di farmaci?
Lo studio SWG, che porta dati estremamente recenti (l’indagine si è chiusa nei primi giorni di maggio 2024) presentati durante la conferenza conclusiva del progetto Ioequivalgo il 22 maggio scorso, conferma quanto Cittadinanzattiva - con la campagna Ioequivalgo che si è avvalsa nel corso del tempo anche di strumenti come la survey – ha potuto misurare dal 2016 ad oggi, ovvero che le persone si fidano dei medici prescrittori – medici di medicina generale e specialisti – e dei farmacisti. Questa fotografia, che tratteggia una leggera flessione dal 2021 al 2024, comprova che, al netto delle inevitabili differenze e sfumature, la fisionomia dell’utente propenso all’acquisto degli equivalenti coincide con quella dell’assistito opportunamente informato e rassicurato dai professionisti della salute, sue figure di riferimento.
Attraverso il lavoro che Cittadinanzattiva ha svolto nell’ultimo anno, portando Ioequivalgo nelle regioni Campania e Sicilia, fanalini di coda, insieme alla Calabria, nella classifica delle regioni aperte all’uso degli equivalenti, emerge prepotentemente la necessità che gli attori del sistema salute diffondano messaggi univoci e che le istituzioni si impegnino a combattere le fake news, fornendo informazioni validate, dirette ad ogni tipologia di target, così da creare un sostrato culturale favorevole alla scelta dell’alternativa al branded.
Quali i vantaggi per il cittadino e per il SSN nell’acquisto di tali farmaci?
Stabilito che l’equivalente è sicuro, efficace, di qualità così come il farmaco branded, il cittadino può beneficiare di un risparmio di cui gioveranno sia il suo bilancio familiare che la propria aderenza alla terapia, la quale, in taluni casi, sempre più di frequente, purtroppo, è messa in crisi dai costi dovuti al protrarsi della stessa. Inoltre, l’utilizzo maggiore di farmaci equivalenti consentirà al SSN di liberare maggiori risorse economiche da investire in ricerca e in salute.
Quali potrebbero essere le cause dello stigma di cui questi farmaci soffrono e in che modo lo si può superare?
Siamo tutti e tutte prodotti di una precisa idea di marketing, per la quale costa di più ciò che vale di più, e sulla salute non si vuole risparmiare per non rischiare di subire un danno, che al sud è anche un danno di reputazione, dal momento che le possibilità economiche corrispondono ad un preciso status. Il fattore culturale non è affatto marginale, ma non si deve cadere nell’errore di ritenere che le resistenze riguardino solo i cittadini. In realtà, infatti, nel corso delle varie edizioni di Ioequivalgo, che ha percorso l’Italia impegnando professionisti della salute e associazioni di pazienti in momenti di informazione di prossimità, si è potuto rilevare un invisibile tracciato trasversale che include anche taluni rappresentanti dell’universo della sanità. Ecco perché riteniamo che l’ingaggio delle istituzioni sia dirimente. Per un passaggio culturale vi è necessità di dare ufficialità e grande risonanza a ciò che può tornare molto utile alla collettività.
Quali sono le garanzie per il paziente che acquista l’equivalente rispetto al prodotto di marca che magari ha acquistato per anni?
Cittadinanzattiva svolge da sempre, in prima linea, attività di corretta informazione sui temi della salute, proprio perché riconducibili alla sua mission che abbraccia due aspetti inscindibili, ovvero la tutela e l’empowerment dei cittadini. Mai come oggi è urgente comprendere che il micro influenza il macro, che ognuno e ognuna di noi esercita, con le proprie scelte, un potere di influenza sulla realtà, anche quella apparentemente più distante o avulsa dalla propria sfera personale.
Rispetto agli equivalenti, il cittadino può continuare ad avere garanzia di pari sicurezza qualità ed efficacia rispetto al farmaco griffato, inserendo anche la marcia della sostenibilità per il proprio budget e consentendo che il risparmio, generato dalla scelta dell’alternativa al branded divenga una risorsa per il sistema Italia, per tutte quelle innovazioni in campo medico scientifico di cui beneficerà la comunità nel suo complesso.
Intervista a cura di Roberto Nappi