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Notizie ed Eventi

Osteopatia, un valido e concreto aiuto contro il mal di testa

17 Dicembre 2022

Mal di testa? Chi davvero può dire di non averne mai sofferto?

La cefalea, cefalalgia per essere più precisi, insomma il mal di testa, rappresenta un disturbo tra i più comuni, tanto che la World Health Organization (WHO) lo inserisce tra le prime 10 cause di disabilità (esattamente risulta la sesta causa al mondo per anni di vita persi). Naturalmente, le forme di cefalea sono numerose e differiscono in base al dolore, all’intensità e ad eventuali altri sintomi compresenti.

Macroscopicamente possiamo dividerle in due gruppi:

1. Cefalee primarie nelle quali rientrano i “mal di testa” più comuni (Emicrania, Cefalea Tensiva,Cefalea a Grappolo e Cefalea Cronica);

2. Cefalee secondarie, che rappresentano il sintomo di un’altra patologia Numerose sono le strategie, le tipologie di cure e di approcci che si rivolgono a questa problematica. Salvo quando se ne soffre in maniera davvero occasionale e in relazione ad uno specifico fattore scatenante, come ad esempio un pasto eccessivo, la cefalea dovrebbe sempre essere portate all’attenzione di uno specialista al fine di ottenere una diagnosi accurata. Sono diversi gli approcci perché spesso si trascura che la genesi di questo disturbo coinvolge numerosi aspetti fisiologici, così come spesso le cause sono multifattoriali.

In questo senso è interessante sapere che una disciplina come l’osteopatia, ancora molto poco conosciuta, possa annoverare, tra i suoi successi, diversi buoni risultati in persone che soffrono di mal di testa. Il trattamento manipolativo osteopatico rappresenta una terapia di supporto tra le più efficaci nella risoluzione o riduzione delle cefalee. A caratterizzare il lavoro dell’osteopata professionista che applica la disciplina a regola d’arte c’è sempre un inquadramento del paziente attraverso uno studio globale del problema.

Il professionista prevede non solo una valutazione della storia clinica, ma anche delle abitudini del paziente, del suo stile di vita e della sua postura. L’osteopata interviene sempre su più livelli. Sicuramente, tra i mal di testa più frequenti e conosciuti ci sono l’emicrania (con o senza aura), la cefalea muscolo-tensiva (entrambe fanno parte delle cefalee primarie) e il mal di testa da origine cervicale (nella categoria delle cefalee secondarie): tutte queste forme possono ottenere beneficio dall’osteopatia. Interessante questo studio (1) che, valutando circa 80 persone, mette a confronto i benefici della terapia manuale rispetto alla proposta farmacologica del medico di base. Il risultato che emerge è che sia a medio che lungo termine l’approccio manuale è vincente.

Dicevamo che l’osteopata ha un approccio globale perché il mal di testa spesso è sostenuto da diversi fattori e così che, di fatto, una mano esperta può riuscire in poche sedute ad avere buoni risultati.

L’osteopata dispone di tecniche estremamente dolci in grado di alleviare tensioni muscolo scheletriche, modificare l a postura e la distribuzione del carico, migliorare il microcircolo vascolare e addirittura incidere sul sistema nervoso autonomo. A supporto è molto interessante un altro studio (2) da cui emergono contemporaneamente l’importanza del rilassamento nella qualità di vita del paziente cefalalgico e il beneficio amplificato che il soggetto riceve a fronte di un trattamento osteopatico, a dimostrazione che l’approccio osteopatico va oltre il semplice rilassamento.

Possiamo anche valutare questo studio sperimentale (3) che riduce i sospetti di eventuale effetto placebo, suddividendo alcuni soggetti con cefalea di tipo tensivo in due gruppi, di cui solo uno riceve il vero trattamento osteopatico. Emergono con chiarezza che i benefici si manifestano solo in chi riceve il vero trattamento. Indubbiamente, per la complessità della patologia, per la numerosità delle varianti di questo disturbo, sarebbe un errore associare in modo lineare l’osteopata alla cura del mal di testa.

Ci tengo, però, a citare un altro lavoro che vede tra gli autori colleghi che ho il piacere di conoscere, verso i quali nutro stima e gratitudine per gli insegnamenti ricevuti. Questo studio (4), molto ben fatto, annovera un buon numero di soggetti e documenta ancora una volta la qualità delle cure osteopatiche nei confronti del paziente che soffre in modo cronico di cefalea, a volte davvero invalidante. Otto trattamenti osteopatici svolti in sei mesi hanno documentato l’efficacia delle cure osteopatiche a sostegno della necessaria terapia farmacologica che da sola non sortiva gli stessi effetti. A supporto di quanto esposto, la mia esperienza di 15 anni di pratica mi conferma che una qualche forma di beneficio il paziente la riceve sempre. Anche quando non si risolve del tutto il sintomo, ciò che ho raccolto è che la numerosità degli episodi e la loro intensità tendono sempre a ridursi. Tuttavia, queste evidenze sono ancora poche, ma incoraggiano ad approfondire le ricerche in questa direzione. E’ auspicabile, pertanto, sempre una maggior integrazione tra le terapie, in modo particolare quando la qualità della vita dei pazienti cefalalgici ne risente pesantemente.

Sappiamo bene quanto sia importante identificare per ogni soggetto cure e frequenze efficaci per generare il massimo della compliance. Il mio auspicio personale è che l’osteopatia possa a pieno titolo entrare nelle strategie di cura che lo specialista neurologo consideri tra le opzioni, in modo da divenire un’ulteriore risorsa per tutti i pazienti che vivono l’esperienza di questa vera e propria disabilità.

1. Effectiveness of manual therapy for chronic tension-type headache: a pragmatic, randomised, clinical trial - Cephalalgia. 2011 Jan;31(2):133-43.

2. A comparison of selected osteopathic treatment and relaxation for tension-type headaches - Headache. 2006 Sep;46(8):1273-80.

3. Pilot trial of osteopathic manipulative therapy for patients with frequent episodic tension-type headache - J Am Osteopath Assoc. 2014 Sep;114(9):678-85.

4. Clinical effectiveness of osteopathic treatment in chronic migraine:3-Armed randomized controlled trial - Complement TherMed. 2015 Apr;23(2):149-56.

Dott. Stefano Pasotti
Osteopata Professionista a Pavia e Milano,
Laureato in Scienze Motorie Preventive ed Adattate
www.stefanopasotti.it
Ideatore dei Centri REMISE en FORME www.remisecenter.it

La Cefalea in cucina - Cefalee Today n.133

17 Dicembre 2022

La cannella e il mal di testa

Nella lunga disamina sulle varie spezie aventi un potenziale ruolo protettivo sul mal di testa non si può dimenticare di render giustizia ad una pianta il cui utilizzo in cucina è antichissimo e il cui aroma rimanda al clima natalizio, anche se oggi è un po’ caduta in disuso nelle preparazioni domestiche, almeno nel nostro Paese: la cannella. Del suo utilizzo si trova traccia già in antichi papiri egizi, nella Bibbia e in numerosi testi greco-latini. Da noi in Europa, fino all’avvento del cacao dal Nuovo Mondo all’inizio dell’era moderna, era lei alla base delle ricette di molti dolci e bevande calde e corroboranti. La spezia si ricava dalla corteccia della pianta Cinnamonum Verum, o cinnamomo, un sempreverde appartenente alla famiglia delle Lauracee, originario dello Sri Lanka e dell’India meridionale, la cui coltivazione è oggi diffusa in tutta la fasica tropicale. Il suo olio essenziale contiene numerosi principi attivi, tra cui i più importanti sono: aldeide cinnamica (ampiamente usata in ambito medico e nella cosmesi), acido cinnamico, cinnamil acetato, eugenolo, cariofillene (un endocannabinoide), tannini e canfora. La medicina tradizionale ayurvedica ha sempre riconosciuto numerose proprietà a questa pianta, il cui utilizzo è successivamente transitato nella medicina moderna basata sull’evidenza, in numerosi campi d’applicazione. Infatti, diversi studi ne riconoscono l’effetto antiossidante, antinfiammatorio, antiasmatico, antispastico, eupeptico, batteriostatico e protettivo nei confronti della sindrome metabolica (favorisce il controllo pressorio, glicemico e del colesterolo). Al di là di tali effetti, vi sono diversi campi di applicazione esplorati anche in ambito neurologico.

Oltre al potenziale effetto protettivo sulle malattie neurodegenerative più diffuse, come l’Alzheimer e il Parkinson, vi sono evidenze anche per le cefalee, soprattutto per l’emicrania. In particolare, in letteratura scientifica, si trova la segnalazione di uno studio in doppio cieco sull’efficacia della cannella nell’emicrania. La ricerca è ispirata dal forte razionale legato sia alla pratica invalsa dell’utilizzo della cannella contro la cefalea in diversi rimedi folkloristici, sia dall’evidenza che un modico consumo quotidiano di tale spezia sia in grado di ridurre i livelli plasmatici di vari marker e molecole di tipo infiammatorio. Nello studio, sono stati trattati per due mesi due gruppi di pazienti (per un totale complessivo di 50 soggetti emicranici): un gruppo ha ricevuto 1,8 gr die di polvere di cannella, il secondo un placebo. Oltre alla risposta clinica, sono stati indagati anche i marcatori biologici infiammatori. Al termine dello studio, non solo si erano ridotte la frequenza, l’intensità e la durata degli attacchi di cefalea, ma erano calati pure i livelli circolanti di interleuchina 6 e ossido nitrico, due mediatori infiammatori notoriamente coinvolti con la patogenesi dell’emicrania. Al contrario, non calavano i livelli circolanti di CGRP, il peptide infiammatorio correlato al gene della calcitonina, cioè la molecola oggi ritenuta principalmente responsabile dell’innesco della crisi emicranica. Tali risultati hanno indotto gli autori a suggerire la cannella come possibile agente protettivo contro l’emicrania, e con un effetto preventivo, a differenza dello zenzero, la cui azione è invece sintomatica, a causa della rapidità d’inizio e fine dei suoi effetti biologici. Il dato emerso è sicuramente interessante e in contrasto con una credenza abbastanza diffusa per alcuni soggetti emicranici statunitensi (dove la cannella è più consumata che da noi), cioè che questa spezia possa agire come agente facilitante lo scatenamento della crisi di cefalea. Indubbiamente, una risposta soggettiva è possibile, così come non si può escludere che esista una dose oltre la quale si possa avere un effetto negativo. È un fenomeno già affrontato su queste colonne, a esempio parlando del caffè o della cioccolata. Può sembrare strano da noi, in cui l’uso è molto limitato, ma addirittura, in epoca di social network, negli USA è diffuso un pericoloso ‘challenge’ in cui i ragazzi si sfidano ad ingerire un cucchiaio colmo di polvere di cannella nel minor tempo possibile: il Cinnamon challenge, con possibili effetti collaterali. Tuttavia, in un recente studio sui possibili trigger alimentari, la cannella è risultata essere il più debole tra i potenziali fattori di scatenamento presi in esame e in certi casi si tratterebbe d’un vero e proprio effetto nocebo (mi convinco che faccia male, dunque me ne farà).

Ma veniamo all’atto pratico, alle modalità di assunzione della cannella in cucina. Nella nostra cultura questa spezia è molto utilizzata in infusi, nella preparazione della frutta cotta (come le mele), nella preparazione di creme o dolci vari. Tuttavia, può essere anche usata in ricette salate, come zuppe, minestre, frittate, polpette o pasticci; insomma, in tutte le ricette in cui normalmente si usa il pepe o la noce moscata: le proprietà organolettiche sono molto simili, ma il sapore ne guadagnerà in originalità.

Provate e poi fateci sapere.

A cura della Dott.ssa Eleonora Di Pietro,
Biologa nutrizionista - Associazione Eupraxia

Nuovo numero di Confinia Cephalalgica et Neurologica 3/2022

07 Dicembre 2022
Il nuovo numero 3/2022 della rivista è disponibile ora a questo link https://www.mattioli1885journals.com/index.php/confinia/issue/view/839.

SOMMARIO

Editorial

“In principio era il Verbo”. Il ruolo della parola tra neurologia e psicoanalisi, da Jean-Martin Charcot (1825-1893) a Jacques Lacan (1901-1981) - Francesco Brigo, Mariano Martini

Headache and pain research

Unbiased research is needed for rational translation of essential oils in clinic – Damiana Scuteri, Laura Rombolà, Luigi Antonio Morrone, Shinobu Sakurada, Tsukasa Sakurada, Paolo Tonin, Giorgio Sandrini, Giacinto Bagetta, Maria Tiziana Corasaniti

Multidisciplinary research in neurosciences

Conceptual metaphors and framing in Cognitive Linguistics – Serena Coschignano

Against the plausibility of utilitarianism – Andrea Loffi

One century after Marian Lydia Shorey, a fleeting star at the inception of the long path to the discovery of Nerve Growth Factor – Marco Piccolino, Isabel Murray

The diagnosis of Alzheimer’s disease: an update and current controversies – Alfredo Costa, Giulia Perini, Camillo Imbimbo, Lucia Scanu, Matteo Cotta Ramusino

The Italian contribution to the anatomo-clinical method and physical examination in the history of neurology – Francesco Brigo, Lorenzo Russo, Mariano Martini

Books

Books – Editorial office

In Memoriam

In ricordo del prof. Marcello Imbriani (1951- 2022) – Carlo Caltagirone

Combattere assieme il mal di testa

02 Dicembre 2022

Nel presentare i recenti due webinar di apertura del nuovo ciclo 2022, avevamo preannunciato che si sarebbe trattato solo di un assaggio.
Il piatto forte arriverà infatti a partire dalla prossima settimana: 2 webinar a ottobre, 2 a novembre e 2 a dicembre.
Gli argomenti trattati saranno di grande attualità e ci auguriamo possano interessare una platea sempre più ampia di persone che soffrono di cefalea.

Il terzo appuntamento è lunedì 7 novembre alle ore 18 e di seguito trovate il link zoom per registrarvi e partecipare in diretta https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_qBRe6vZ2SKum7roQV_eiAQ

Il quarto appuntamento è lunedì 21 novembre alle ore 18 e di seguito trovate il link zoom per registrarvi e partecipare in diretta https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_4IsbsZSyQfiTFoD4aYd3fg

Il quinto appuntamento è lunedì 05 dicembre alle ore 15 e di seguito trovate il link zoom per registrarvi e partecipare in diretta https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_OnOHy1jARwKFCLIgUw-R3g

Il sesto appuntamento è martedì 13 dicembre alle ore 18 e di seguito trovate il link zoom per registrarvi e partecipare in diretta https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_O30ceqvNRgK0BSy1LRxndQ

Tutti i webinar saranno trasmessi in diretta (e visibili successivamente) anche sulla pagina facebook di Alleanza Cefalalgici.

Di seguito trovate il calendario con giorni, orari, relatori e temi trattati.
Segnate le date sul calendario e ricordate che più siamo, più contiamo!

Scarica il programma in formato pdf

EMICRANIA, DA FONDAZIONE ONDA L'APPELLO ALLE ISTITUZIONI: SERVE UN IMPEGNO PER L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE 81/2020

17 Novembre 2022

È la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano. Con la Legge 81/2020 in Italia la cefalea cronica è stata riconosciuta come malattia sociale invalidante, ma il percorso per una migliore presa in carico del paziente ora si è bloccato per la mancata emanazione dei decreti attuativi. Fondazione Onda ha riunito in un Tavolo tecnico le Istituzioni, la comunità scientifica e le Associazioni dei pazienti per rilanciare l’impegno ad attuare la legge.

Milano 16 novembre 2022 - Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’emicrania rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante. Colpisce circa il 12 per cento degli adulti in tutto il mondo con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. È una malattia cronica che ha un altissimo costo umano, sociale ed economico, eppure è ancora percepita dai pazienti come “invisibile”. L’approvazione da parte del Senato, nel luglio 2020, del testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante ha rappresentato un primo importante passo, ma in assenza dei decreti attuativi ancora c’è molto da fare. Se ne è parlato oggi nel Tavolo Istituzionale “Emicrania: proposte per una migliore presa in carico dei pazienti” organizzato da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Un appuntamento che ha voluto creare un momento di confronto tra tutti gli stakeholder – Istituzioni, comunità scientifica, Associazioni di pazienti – per raccogliere un impegno concreto e condiviso al fine di dare attuazione alla Legge 81/2020, garantendo un’appropriata e tempestiva presa in carico dei pazienti nonché un accesso equo e omogeneo alle cure.

L’emicrania è una forma di cefalea cronica primaria contraddistinta da mal di testa periodici, normalmente unilaterali e pulsatili, di intensità moderata/severa associati a nausea, vomito, fastidio per luci e rumori, con durata compresa tra le 4 e le 72 ore, anche se vi sono casi riportati di durata anche maggiore. Si può associare ad altre patologie quali: disturbi dello spettro affettivo, epilessia, sindromi dolorose croniche, allergie, asma e patologie circolatorie. La cefalea è cronica, secondo l’ICHD - Classificazione Internazionale Cefalee III Ed. – quando si manifesta per oltre 15 giorni al mese, da almeno tre mesi, dei quali almeno 8 di tipo emicranico.

La letteratura stima una prevalenza dell’emicrania pari al 14 per cento² della popolazione mondiale, affliggendo soprattutto il sesso femminile in un rapporto donna/uomo pari a 3 a 1. La sua forma cronica affligge in Italia tra l’1 e il 3 per cento3,4 della popolazione. Solo una minima parte (1,6 per cento)¹ della popolazione italiana riceve adeguate cure preventive per inadeguata sensibilità verso il problema. Il 77,4 per cento dei pazienti non si è mai rivolto ad alcun medico per la propria emicrania¹. Il costo annuale nei 27 Paesi UE dell’emicrania è pari a 111 miliardi di euro¹. In Italia si calcola la perdita di 3,9 giornate di lavoro (professionale o casalingo) per dolore o malessere e di 6,1 giornate di attività legate alla vita privata e sociale (ad esempio, uscite con amici, hobby, sport, attività familiari, ecc.)¹. Dunque, si stima che la cefalea impatti in Italia per un importo annuo di 4.6 miliardi di euro in termini di perdita di produttività.

In questo scenario, l’Italia ha fatto un importante passo avanti con la Legge 81 del 2020, che ha sancito la Cefalea come malattia sociale, a fronte però di una battuta di arresto, ora, rispetto alla sua necessaria attuazione. La Legge, che ha avuto un iter molto lungo che ha attraversato tre legislature, avrebbe dovuto rappresentare il punto di partenza per la gestione della patologia ma, a distanza di due anni, ancora manca il decreto attuativo del Ministero della Salute che avrebbe dovuto essere implementato entro 180 giorni, identificando progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da diverse forme di cefalea cronica. Sono state presentate nel marzo scorso due interrogazioni parlamentari, una presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato a primo firmatario della Senatrice Paola Boldrini, l’altra dall’Onorevole Fabiola Bologna presso la Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati, aventi ad oggetto la richiesta di quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intendesse adottare al fine di dare attuazione alla legge. La risposta del Ministero non ha di fatto consentito di “sbloccare” la legge. Per questo Fondazione Onda ha voluto riunire oggi intorno a un tavolo Istituzioni, comunità scientifica e Associazioni di pazienti per raccogliere un impegno istituzionale concreto che porti alla emanazione di decreti attuativi senza i quali la stessa Legge 81/2020 viene svuotata del suo valore, lasciando i malati cefalalgici senza le risposte che attendono da tanti anni. Dall’incontro nascerà un documento con le considerazioni e le proposte condivise che verrà inviato alle Istituzioni, alle Società scientifiche e alle associazioni di riferimento oggi rappresentate.

All’evento di oggi, farà inoltre seguito un Webinar sul tema dell’emicrania e dei suoi “campanelli d’allarme”, che si svolgerà il 22 novembre alle ore 17.00 sui canali Youtube e Facebook di Fondazione Onda. Il Webinar, attraverso la presenza di uno specialista, consentirà di fornire risposta alle domande sul tema che Fondazione Onda sta raccogliendo attraverso i propri canali social.

“L’impegno che prendiamo oggi con questo tavolo tecnico è quello di lavorare con le nuove Parlamentari, in accordo e in sintonia con le Società scientifiche e le Associazioni di pazienti, affinché la legge del 2020 che ha sancito la Cefalea primaria cronica come malattia sociale, sia a breve accompagnata dall’emanazione di un Decreto attuativo a cura del Ministero della Salute che individui delle modalità innovative di presa in carico dei pazienti cefalalgici inserendole nei LEA con stanziamenti adeguati di fondi che la Legge del 2020 non prevedeva”, afferma Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda, “Quella contro l’emicrania è una battaglia che dobbiamo portare avanti insieme, coinvolgendo tutti gli attori, valorizzando le figure del territorio che possono dare un prezioso contributo, le farmacie, i medici di medicina generale e, al secondo livello, gli specialisti ospedalieri e territoriali, puntando poi sul rafforzamento dei Centri Cefalee esistenti nel territorio. L’obbiettivo di awareness della popolazione e di superamento dello stigma legato all’emicrania potrà essere raggiunto con il potenziamento di campagne di comunicazione adeguate in grado di diffondere il messaggio di consapevolezza dei proprio diritti di paziente”.

"Il mio impegno in commissione Affari sociali della Camera prosegue. Sono orgogliosa di poter continuare il lavoro svolto nella scorsa legislatura, che ha visto l'approvazione definitiva della mia proposta di legge sul riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale”, dichiara On. Arianna Lazzarini, Componente XII Commissione Affari Sociali, Camera dei deputati. “Grazie alla 'legge Lazzarini', l'Italia è diventata il primo Paese in Europa ad adottare un provvedimento che ha il merito di accendere i riflettori su questa malattia sofferta da circa sette milioni di italiani, con una prevalenza netta di donne e nella fascia 20-50 anni. Una malattia invisibile, che ho voluto far uscire dal cono d’ombra in cui è sempre stata. Non parliamo di emicrania o del semplice 'mal di testa' passeggero, ma di una vera e propria patologia cronica e invalidante, molto più diffusa di quanto si possa immaginare, che purtroppo ha già portato alcuni pazienti a compiere anche gesti estremi. Riparto dunque in questa nuova legislatura attraverso la necessaria interlocuzione con il governo, anche per quanto riguarda questa legge in particolare".

“Aspettiamo da sempre ci venga riconosciuta la nostra sofferenza”, precisa Lara Merighi, Coordinatore laico nazionale Al.Ce. - Alleanza Cefalalgici. “Il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale è stato sì un grande traguardo, però senza i decreti attuativi tutte queste persone continueranno a vivere la sottovalutazione della loro sofferenza nella più assoluta indifferenza. Molte Regioni vorrebbero costituire un nucleo operativo di lavoro, ma non possono muoversi perchè il tutto è legato alla pubblicazione dei decreti attuativi della legge sopra citata”

“Per disegnare una road map finalizzata a migliorare la tutela assistenziale delle persone con emicrania cronica”, prosegue Paola Pisanti, Consulente esperto del Ministero della Salute per le patologie croniche, “bisogna partire dalla necessità di conoscere quali sono le criticità o le carenze per adottare iniziative che assicurino alla persona il pieno accesso agli iter diagnostici, alle cure e ai trattamenti attraverso l’attuazione di modelli interdisciplinari con utilizzo di PDTA e che tengano conto dei livelli di intervento riportati anche nelle linee guida e nella realtà operative delle varie Regioni”

“La comunità scientifica chiede una rapida definizione dei decreti attuativi della legge in oggetto”, conclude Paolo Calabresi, Presidente SISC, Società Italiana per lo Studio delle Cefalee. “Il riconoscimento da parte delle Istituzioni dell’emicrania cronica come malattia disabilitante è stato un passo fondamentale. Questa malattia, se non adeguatamente affrontata con la prevenzione e le cure adeguate comporta elevati costi diretti ed indiretti. Necessaria nella definizione dei decreti attuativi sarà l'istituzione di un tavolo di lavoro condiviso con la stessa comunità scientifica che tenga conto sia della fattibilità che della sostenibilità economica.”

L’iniziativa si è svolta con il patrocinio di ANIRCEF Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee, AIC Associazione Italiana per la Lotta Contro le Cefalee, SIN Società Italiana di Neurologia, SISC Società Italiana per lo Studio delle Cefalee, AINAT Associazione Italiana Neurologi Ambulatoriali Territoriali, FISC Fondazione Italiana per lo Studio delle Cefalee Onlus, Al.Ce Alleanza Cefalalgici, Fondazione CIRNA Onlus, SNO – Scienze Neurologiche Ospedaliere e con il contributo incondizionato di Pfizer.

Emicrania: riconoscerla per prendersene cura

15 Novembre 2022

Parliamo insieme di emicrania, di come riconoscerla per prendersene cura

Continua l’impegno di Fondazione Onda nell'informare correttamente la popolazione riguardo ai dubbi che circondano questo tema.

Capita a tutti di aver sperimentato il “mal di testa”, un’esperienza talmente comune e diffusa da essere banalizzata e sottovalutata.
L’emicrania non è, però, un semplice mal di testa, è una malattia neurologica.

La gravità e la ricorrenza dei sintomi, il loro effetto invalidante, il vivere nell’attesa angosciante di nuovi attacchi comportano una profonda sofferenza psico-fisica e un condizionamento esistenziale che danneggiano la qualità della vita dei pazienti.

Ne soffri? Quali sono i tuoi dubbi domande a cui vorresti dare risposta?

Condividili con noi, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.: risponderemo a tutte le domande in diretta Facebook sulla pagina di Fondazione Onda il 22 novembre alle ore 17.00.

Segui la Diretta su Facebook a questo indirizzo

Segui la Diretta su Youtube a questo indirizzo

Emicrania: proposte per una migliore presa in carico del paziente

08 Novembre 2022

Il 16 novembre dalle 10.30 alle 13 è convocato un Tavolo Istituzionale su iniziativa della Fondazione ONDA (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere) dedicato a come migliorare la presa in carico dei pazienti emicranici.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’emicrania rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante. Colpisce circa il 12% degli adulti in tutto il mondo con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. È una malattia cronica che ha un altissimo costo umano, sociale ed economico, eppure è ancora percepita dai pazienti come “invisibile”.

L’approvazione da parte del Senato, nel luglio 2020, del testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante ha rappresentato un primo importante passo, ma in assenza dei decreti attuativi ancora c’è molto da fare.
Obiettivo dell’evento è creare un momento di confronto tra tutti gli stakeholder – Istituzioni, comunità scientifica, Associazioni di pazienti – per raccogliere un impegno concreto e condiviso al fine di dare attuazione alla Legge 81/2020, garantendo un’appropriata e tempestiva presa in carico dei pazienti nonché un accesso equo e omogeneo alle cure.

Al Tavolo "virtuale" sarà presente anche Lara Merighi, Coordinatore laico nazionale Al.Ce - Alleanza Cefalalgici e tutti potranno seguire l'evento iscrivendosi al link https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_FZxXStAiR6awpIN9f0EU2g sulla piattaforma zoom.

Una volta inviata l'iscrizione si riceverà il link per accedere all'evento alle ore 10.30 del 16 novembre.

Scarica il programma dell'evento

CAMPAGNA ADESIONI 2023 DI ALLEANZA CEFALALGICI

03 Novembre 2022

Anche quest'anno è arrivato il momento di iniziare a "contarci" in vista del 2023 perchè, come sempre, PIU' SIAMO, PIU' CONTIAMO nel difendere i diritti e portare avanti le richieste del paziente cefalalgico (che saranno elencate nel nuovo calendario della cefalea in via di ultimazione).

Cosa aspetti? Puoi aderire fin da subito!

Scopri tutti i dettagli nella pagina dedicata https://www.cefalea.it/adesione-al-ce.html e, se ti è possibile, accompagna l'adesione con una piccola donazione che ci aiuterà a garantire le risorse necessarie per i tanti progetti e impegni sempre e soltanto rivolti a migliorare la qualità e l'efficienza delle cure e della vita di chi soffre di ogni forma di Mal di Testa!

GRAZIE!

Gruppi di Auto Mutuo Aiuto: ecco il video del convegno e il depliant informativo

02 Novembre 2022

Per chi non avesse potuto seguirlo in presenza o da remoto, ecco la registrazione del Convegno dedicato all'importanza dei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto per Pazienti Cefalalgici tenutosi a Ferrara sabato 29 ottobre al termine del Corso di Formazione per Facilitatori di Gruppi AMA (acronimo di Auto Mutuo Aiuto).

Sei interessato a far parte di un Gruppo di Auto Mutuo Aiuto per Malati Cronici di Cefalea? Consulta il depliant che trovi di seguito, prendi contatto con noi e spargi la voce!

Scarica il depliant informativo in formato pdf

Scarica il programma del Convegno in formato pdf

Gruppi di Auto Mutuo Aiuto: si riparte da Ferrara con il Corso per Facilitatori 2022 e un interessante Convegno

17 Ottobre 2022

Torna, dopo lo stop dovuto alla pandemia, il Corso per Facilitatori di Gruppi di Auto Mutuo Aiuto dedicati a persone che soffrono di cefalea.

Dopo la prima fortunata edizione del 2019, il Corso, nato da un'illuminata idea di Alleanza Cefalalgici, in particolare nella persona di Lara Merighi padrona di casa dell'evento, si terrà a Ferrara dal 26 al 28 ottobre 2022 con l'obiettivo di formare (gratuitamente) un piccolo gruppo di pazienti che siano poi in grado di gestire autonomamente Gruppi di Auto Mutuo Aiuto.

Nella mattinata di sabato 29 il Corso sarà seguito da un Convegno, aperto a tutti e fruibile anche da remoto previa iscrizione a questo link https://www.itlavmeeting.it/Home/Iscrizione/88120094035, sul tema dell'importanza di tali Gruppi, durante il quale interverranno medici e pazienti.

Il convegno sarà trasmesso in diretta sulla pagina facebook di Alleanza Cefalalgici https://www.facebook.com/alleanzacefalalgici.

Chi volesse partecipare in presenza al Convegno può scrivere a Lara Merighi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e/o a Cristina Randoli (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

PIU' SIAMO, PIU' CONTIAMO...ma i posti sono limitati

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Nuovo numero di Cefalee Today n.132 disponibile

14 Ottobre 2022

E' disponibile il nuovo numero 132 di Cefalee Today del mese di settembre

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Editoriale - Cefalee Today n.132

14 Ottobre 2022

Rieccoci amici con il nuovo numero del nostro bollettino. Ci siamo lasciati alle spalle l’estate più calda a memoria d’uomo ma, secondo alcuni esperti, la più fresca del resto della nostra vita. Speriamo si sbaglino, anche perché caldo e mal di testa non sempre vanno d’accordo.

Oltre al clima, il calore del momento è dato pure dagli scenari di guerra che si fanno sempre più inquietanti, assistiamo ad un’escalation inimmaginabile e questa situazione inquieta tutti noi: speriamo per il meglio, ma di certo tanta agitazione non aiuta. Giacché menzioniamo la guerra, approfitto per introdurre l’intervista che il nostro Roberto Nappi ha realizzato per questo numero, un piccolo grande scoop, con il professor Volodymyr Romanenko, Direttore Scientifico dell’Accademia Medica Ucraina di Kyiv e Membro del Comitato Educazionale dell’International Headache Society. Ci racconta la situazione nel suo Paese, in particolare ci fa sapere come stanno i suoi pazienti cefalalgici e di come si siano industriati i medici per poter continuare a seguirli malgrado i tragici eventi causati dal conflitto in corso. Spesso ci lamentiamo di quanto possa essere dura la vita per chi soffre di cefalea, ecco, provate ad immaginare cosa potrebbe accadere se a quella vita si sommasse una catastrofe simile. Un popolo incolpevole subisce un’aggressione militare sul proprio territorio, con attentati terroristici rivolti alla popolazione civile e lo stravolgimento di ogni consuetudine unita alla paura costante di non venire fuori da quell’incubo. I primi a pagarne le spese sono proprio i più deboli e fra essi i malati invisibili come i pazienti cefalalgici cronici. Senza retorica, esprimo la nostra vicinanza al popolo ucraino, a tutte le vittime del conflitto e ai loro cari.

Chiedo scusa se vi ho rattristati con l’argomento di prima, forse, per tirarci un po’su potrebbe essere il caso di parlare di antidepressivi, ma per ciò che interessa noi, cioè, il loro uso nella terapia di profilassi delle cefalee. Come sapete, seguo molto i gruppi e forum dei pazienti nei canali social e una delle domande più ricorrenti è proprio questa: “se non soffro di depressione, perché devo prendere un antidepressivo?”. Ecco, ci tenevamo a dare una risposta definitiva alla questione, ma non è semplice affrontare un argomento così tecnico con le parole giuste per renderlo comprensibile per un lettore laico (cioè, un non professionista della salute). Citando Einstein, avevamo il compito di rendere tutto semplice, ma non semplicistico. Così abbiamo pensato di chiedere aiuto al dott. Matteo Nathan Nucci, Farmacista, blogger e divulgatore scientifico. Con la sua scrittura semplice e diretta è in grado di rendere fruibili argomenti molto tecnici, Spero il suo intervento concorra a risolvere molti dei vostri quesiti.

Per la rubrica “la Cefalea in cucina”, la dott.ssa Eleonora Di Pietro, biologa nutrizionista dell’Associazione Eupraxia, ci parlerà della curcuma, antichissima spezia indiana, recentemente finita nell’occhio del ciclone per una presunta tossicità epatica. Dopo esser stata scagionata da queste accuse è tornata alla ribalta in campo scientifico, con tanti studi, pure nel settore delle cefalee.

Infine, per la rubrica Amarcord, dopo aver parlato nello scorso della cefalea da immersione, abbiamo deciso di recuperare un altro vecchio pezzo del nostro Roberto Nappi sulla cefalea da alta quota. Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento.

Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today

Cefalee in tempo di guerra

14 Ottobre 2022

Dott. Romanenko, in quale città lavora e come l’invasione russa ha cambiato le sue condizioni di lavoro? Sappiamo che in alcune città gli ospedali sono stati bersaglio di attacchi militari, questo ha cambiato l’organizzazione delle varie attività ospedaliere?

Prima dell’inizio della guerra lavoravo a Kyiv (è il modo in cui gli ucraini vogliono sia chiamata la loro capitale in caratteri latini, in quanto la translitterazione in Kiev è russofona, n.d.r.). Con i primi giorni dell’offensiva russa io, come milioni di altri ucraini, mi sono trasferito nelle regioni occidentali dell’Ucraina per essere in un luogo più sicuro. Nei primi mesi dell’invasione russa c’è stato un picco di consultazioni online. Molti medici si sono trasferiti e non hanno prestato i loro servizi nelle sedi abituali.

La guerra ha limitato la possibilità dei suoi pazienti di accedere alle visite per il mal di testa? Pensa che sia possibile che alcuni pazienti non abbiano più accesso alle cure a causa della guerra o che decidano di rinunciare per paura di essere coinvolti in un bombardamento?

Molti pazienti sono fuggiti dalle loro case e non si trovavano più nelle immediate vicinanze geografiche del loro medico e del loro ospedale. Le persone erano molto stressate e questo è stato uno dei fattori che ha portato a un notevole aumento dell’intensità e della frequenza degli attacchi di mal di testa. Per questo motivo, in molti casi le visite a distanza erano l’unica opzione disponibile per fornire aiuto ai pazienti. Io e i miei colleghi siamo stati fortemente coinvolti nelle consultazioni a distanza. Fortunatamente, con i pazienti affetti da cefalea è stato possibile farlo in modo molto efficace in formato online.

Conosce qualche città in cui gli ospedali e gli ambulatori hanno dovuto interrompere completamente le visite ai pazienti? La guerra ha peggiorato le condizioni sanitarie nel suo Paese? Vi sentite in pericolo andando al lavoro?

Il territorio ucraino è ancora minacciato da attacchi missilistici russi. Il 14 luglio 2022 due nostri colleghi neurologi sono morti durante un atto terroristico russo a Vinnytsia. Stavano svolgendo una normale giornata di lavoro in clinica, visitando i pazienti, quando un missile russo ha colpito il loro ospedale. Nelle regioni orientali e meridionali, dove la linea del fronte era vicina, molti ospedali e cliniche sono stati distrutti o occupati. Secondo i dati ufficiali del Ministero della Sanità ucraino, il 6 luglio 2022 erano 817 le istituzioni sanitarie parzialmente danneggiate e 122 quelle completamente distrutte. Il numero di istituzioni sanitarie che attualmente si trovano nel territorio occupato non è stato reso noto, ma si può ipotizzare che sia di centinaia.

I farmaci per il mal di testa sono normalmente disponibili per i pazienti ucraini? Com’è cambiata la disponibilità negli ultimi 6 mesi?

Abbiamo avuto una carenza di farmaci nei primi mesi di guerra. Molti pazienti non hanno potuto accedere alle cure di cui avevano bisogno perché molte farmacie sono state chiuse, più di 500 sono state distrutte, e le catene di approvvigionamento sono state interrotte. Grazie al sostegno dei donatori internazionali, agli aiuti umanitari da loro forniti e al duro lavoro dei volontari, i pazienti hanno potuto ricevere un’assistenza mirata. Questo si riferisce anche ai farmaci più costosi, come la tossina botulinica o gli anticorpi monoclonali. Oggi, quasi tutti i farmaci sono disponibili in farmacia, ma a prezzi più alti, perché la grivna, la moneta nazionale ucraina, è crollata al mercato dei cambi.

Pensa che ci sia qualcosa che noi di altre nazioni possiamo fare per far sentire la nostra solidarietà a tutte le donne e gli uomini ucraini che soffrono di mal di testa?

Molte associazioni mediche professionali internazionali hanno espresso solidarietà e sostegno ai medici ucraini. Questo si è concretizzato nell’offerta di iscrizioni gratuite a diversi congressi e corsi online, in modo che i colleghi ucraini avessero la possibilità di aggiornare le proprie conoscenze sugli argomenti di loro interesse. Molti medici stranieri sono stati invitati a tenere presentazioni speciali per i colleghi ucraini su base volontaria. La formazione online in Ucraina ha raggiunto l’apice negli ultimi mesi e i pazienti ne trarranno sicuramente beneficio.

In conclusione, qual è la situazione ad oggi, in particolare per coloro che non si trovano più in Ucraina?

Il problema più grande resta la guerra in corso. Molti pazienti e medici sono fuggiti in altri Paesi in cerca di sicurezza per sé e per le proprie famiglie. Fortunatamente, grazie al grande sostegno dei Paesi europei, del Regno Unito, degli Stati Uniti, del Canada e di altri Paesi, gli ucraini possono ricevere assistenza medica nei luoghi in cui risiedono attualmente. Molti pazienti sono ancora in teleconsulto con i loro medici ucraini. La cosa più desiderata per noi oggi è il ritorno sotto il controllo ucraino dei nostri territori e la fine della guerra con la nostra vittoria. E ogni ucraino sta facendo tutto il possibile per avvicinare questo giorno.


Slava Ucraina!

Intervista al Dr. Volodymyr Romanenko
a cura di Roberto Nappi

Antidepressivi e Mal di Testa

14 Ottobre 2022

La storia degli antidepressivi comincia per caso, negli anni ’50 del secolo scorso, quando furono introdotti i primi farmaci antitubercolari, l’isoniazide e l’iproniazide. Quest’ultimo aveva come effetto collaterale la stimolazione del sistema nervoso centrale e i pazienti in trattamento mostravano una ripresa di vitalità inaspettata. Fu grazie alla lungimiranza di alcuni medici che gli studi su questa molecola si focalizzarono sulle sue attività centrali, dando vita ad una nuova categoria di farmaci, in particolare ad una classe di antidepressivi detti MAO inibitori. Le MAO (monoaminossidasi) sono enzimi che degradano alcuni neurotrasmettitori (monoamine), tra cui spicca per importanza la serotonina. I MAO inibitori sono dunque capaci di aumentarne indirettamente le concentrazioni nelle sinapsi. Nello stesso periodo, furono scoperti i primi antipsicotici, dai quali con piccole modifiche strutturali si ottennero molecole con effetti antidepressivi. Nacque così l’imipramina, il capostipite della classe degli antidepressivi triciclici (TCA), chiamati così per la loro caratteristica struttura molecolare. Grazie alle successive teorie sulla patogenesi della depressione, specialmente quella che vuole la riduzione della concentrazione delle monoamine nelle sinapsi giocare un ruolo significativo, seguirono tutte le altre classi di antidepressivi, generalmente con meno interazioni ed effetti collaterali (SSRI, SNRI, NARI, NASSA e atipici). Siamo abituati normalmente a classificare i farmaci in base al loro impiego principale, ma in realtà ogni molecola possiede diversi meccanismi d’azione che possono tornare utili anche per più condizioni patologiche. Il caso dell’utilizzo di antidepressivi nel dolore cronico è emblematico poiché questi principi attivi agiscono sul sistema nervoso attraverso meccanismi non ancora del tutto chiariti. Un motivo però che sappiamo essere importante per cui alcuni antidepressivi funzionano nella profilassi della cefalea è perché potenziano l’azione della serotonina. Questo neurotrasmettitore, rilasciato correttamente nelle sinapsi, non ci regala soltanto il buon umore e un sonno ristoratore, comunque fondamentali nella gestione del dolore cronico, ma gioca un ruolo significativo nella sensibilità al dolore al livello centrale, partecipandovi anche come inibitore. Di questa categoria in questo contesto, il farmaco più importante è l’amitriptilina, appartenente alla classe degli antidepressivi triciclici. Tale molecola potenzia anche la funzione della noradrenalina, un ulteriore neurotrasmettitore con funzione inibitoria sulla percezione del dolore. Agisce inoltre con altri svariati meccanismi (es. blocco dei canali del sodio) che partecipano alla produzione della complessa analgesia finale, senza dimenticare la sua benefica azione neurotrofica che aumenta la resistenza delle cellule nervose, proteggendole dallo stress, funzione che oggi viene ritenuta importante per l’azione principale di tutti i farmaci di questa categoria, probabilmente conseguente all’aumento della concentrazione di monoamine. Tuttavia, la sua applicazione è limitata da alcuni effetti collaterali quali sonnolenza e altre anomalie del ritmo sonno veglia, ottundimento, ipotensione ortostatica e aumento ponderale; inoltre, va usata con estrema cautela in presenza di epilessia e disturbi della conduzione cardiaca. Molto più recentemente, un’altra molecola ha subito uno strano percorso registrativo: la duloxetina. Fu studiata come farmaco contro l’incontinenza, ci si rese subito conto che migliorava inaspettatamente il tono dell’umore, così la si studiò come antidepressivo e con tale indicazione fu commercializzata; tuttavia, il grosso del suo successo l’ha dovuto ad un altro inatteso effetto collaterale: l’analgesia. Oggi è usatissima, anche nelle cefalee, proprio come farmaco in grado di prevenire il dolore. In linea generale la profilassi farmacologia della cefalea, grazie all’obbiettivo principale che si pone, ovvero quello di ridurre il consumo di farmaci sintomatici, è importante da attuare anche nei casi meno complessi. I farmaci che bloccano direttamente l’attacco acuto di cefalea sono senza dubbio più problematici per l’organismo nel lungo termine, inoltre potrebbero aumentare la cronicità del dolore, oppure il dolore stesso potrebbe cronicizzare se non coperto da una profilassi che stabilizza in un certo senso il sistema nervoso, impedendo che vi si adatti. Il caso degli antidepressivi è emblematico: tutti agiscono sulla serotonina (che abbiamo detto essere tra i neurotrasmettitori principali nella genesi della crisi emicranica), molti anche sulla noradrenalina (ugualmente chiamata in causa nell’analgesia), così come sul controllo di alcuni correnti ioniche neuronali mediante la modulazione di specifici canali, infine possono indurre il rilascio di fattori neuroprotettivi, oltre a dare un senso di benessere al paziente. Insomma, si tratta in tutti i casi di meccanismi che possono modulare favorevolmente la predisposizione ad avere attacchi ricorrenti di cefalea, evocati mediante l’uso di farmaci creati e ampiamente sperimentati nei trial clinici e nella pratica medica quotidiana per esser usati anche per lunghi periodi senza eccessive preoccupazioni. Ovviamente, sarà lo specialista a scegliere quale farmaco di quale classe è più idoneo per il paziente, prestando attenzione all’anamnesi e a tutti gli altri fattori, riducendo così al minimo i rischi potenzialmente correlati alla terapia. In termini di efficacia, però, si va spesso a tentativi poiché la quasi totalità dei farmaci di profilassi sono cosiddetti “di riposizionamento”, ovvero non sono stati studiati per le cefalee ma vengono impiegati in questo campo grazie a modeste evidenze di efficacia nella pratica clinica. Quindi, dato che la profilassi ideale per ogni paziente è complessa da ricercare e va effettivamente sperimentata nel tempo sul soggetto stesso scalando quelle che sono le linee terapeutiche e aggiustando dinamicamente i farmaci in base alle risposte soggettive che si modificano nel tempo, non bisogna aspettare che il mal di testa peggiori prima di rivolgersi allo specialista, perché non c’è tempo da perdere per tornare ad una qualità di vita migliore.

Dott. Matteo Nathan Nucci
Farmacista e blogger,
divulgatore scientifico

 

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