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Notizie ed Eventi

L'armonia nascosta tra mente e corpo

27 Agosto 2024

Alessandra Sorrentino, Presidente di Alleanza Cefalalgici, è intervenuta a Rai Radio1 nell'ambito del programma "L'armonia nascosta Tra mente e corpo" condotto dalla giornalista Annalisa Manduca. E' possibile ascoltare il podcast a questo link https://www.raiplaysound.it/audio/2024/08/Larmonia-nascosta-del-25082024-f9be09f4-e825-4855-abc3-d185ceb79717.html

ABBIAMO ANCORA BISOGNO DI VOI

19 Agosto 2024
Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma ha preparato una survey e sono invitati a rispondere coloro che fanno uso di anticorpi monoclonali.
Ad oggi in Italia il trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP viene rimborsato solo se vengono rispettati i criteri AIFA rappresentati dal numero di giorni con cefalea (almeno 8/mese) e dal punteggio superiore a 11 della scala di disabilità MIDAS .
Le misure che vengono adottate in questo caso sembrano non definire in modo completo l'efficacia del trattamento.
Ecco che con i dati che si otterranno da questa indagine si potrà costruire una nuova scala  che possa definire meglio lo stato clinico e l'efficacia del farmaco.
Vi chiediamo, quindi, di accedere al seguente link: https://4dmigrainescore.sawtoothsoftware.com/login.html
Grazie dell'aiuto.

Nuovo numero di Cefalee Today n.139 disponibile

24 Luglio 2024

E' disponibile il nuovo numero 139 di Cefalee Today del mese di Giugno

Leggi il sommario dei contenuti

Editoriale - Cefalee Today n.139

24 Luglio 2024

Ben ritrovati amiche e amici, e benvenuta estate, che, dopo il primo mese, già si preannuncia battere tutti i record di temperatura degli anni precedenti. Argomento troppo interessante per non parlarne, ma procediamo con ordine. Prima di tutto come di consueto, un aggiornamento e una considerazione su un argomento che vi sta molto a cuore: i nuovi farmaci. Ormai l’eptinezumab inizia ad essere disponibile quasi ovunque e sicuramente ai pazienti è offerta una possibilità in più. La maggioranza dei centri in cui il farmaco non è disponibile ha problemi di carattere burocratico legato alle gare d’appalto per l’acquisto del farmaco, che a differenza degli altri anticorpi monoclonali è a carico della struttura ospedaliera (quindi segue una procedura tutta sua), ma si tratta di intoppi che vanno via via risolvendosi, ormai è solo una questione di tempo. Paradossalmente, per un farmaco che inizia a circolare senza intoppi nei centri cefalee ce ne sono altri che invece stanno avendo dei problemi, anch’essi burocratici. Il sito dell’AIFA (l’Agenzia Italiana del Farmaco) negli ultimi mesi ha generato i piani terapeutici con durate minori rispetto a quanto previsto, per un baco informatico, ormai risolto. Ciò ha comportato dei disallineamenti rispetto al calendario prestabilito di cura e sospensione, ma come vi dicevo, per ora il problema sembra non ripresentarsi più, ma vi prego di tenerci informati se constataste altre anomalie. Per quel che potremo, raccoglieremo le vostre segnalazioni e proveremo a darvi seguito. Purtroppo, per ora, continua a latitare la rimborsabilità dei gepanti e la cosa inizia davvero a indispettire più di un paziente che li attende con ansia. Di contro, però, fioccano le sperimentazioni cliniche che consentono a sempre più pazienti di poter entrare in contatto con queste interessantissime molecole dall’indicazione duale, come sintomatico per la fase acuta e come profilassi di lungo periodo. Certo, pure le sperimentazioni hanno degli enormi limiti, di reclutamento e di durata, ma, come di dice, “piuttosto che niente, meglio piuttosto”! Come già detto in precedenza, continueremo a testimoniare l’esigenza sentita da parte di tanti pazienti di avere a disposizione questi nuovi farmaci attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, sperando sempre che tale tediosa testimonianza possa presto cessare. Un’altra nube si addensa all’orizzonte e speriamo non sia un nembo carico di pioggia, quanto piuttosto un cirro estivo, di quelli che si vedono in montagna nei bei giorni di sole. Mi riferisco alla recente approvazione dell’Autonomia Differenziata, che consentirà alle Regioni maggiore autonomia di spesa, nel rispetto dei livelli minimi di prestazione. Insomma, le regioni non potranno togliere servizi, ma solo aggiungerne di più. Purtroppo, però ciò si realizza in uno scenario in cui molte regioni già non riescono a rispettare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e una contrazione dei trasferimenti dello Stato centrale potrebbe comportare un ulteriore impoverimento dell’offerta, soprattutto per una condizione così sfuggente e non letale quale la cefalea. Come dicevamo prima, speriamo ciò non si verifichi, ma resteremo vigili osservatori anche in tal senso. Come sempre, segnalateci ogni problema per permetterci di esservi a fianco.

Finito il solito “pistolotto” iniziale (spero non lo odiate troppo, ma lo reputiamo un atto dovuto), veniamo ai contenuti del presente numero. Nel numero precedente vi invitavo a farci sapere se potesse essere di vostro interesse approfondire la questione climatica e la sua relazione con la cefalea. Bene, la proposta è piaciuta, il clima pure è stato (s)favorevole, date le temperature record registrate ultimamente; quindi, abbiamo deciso di dedicare un approfondimento alla questione. Lo fa la dottoressa Chiara Abagnale, neurologa del Centro Cefalee del Polo Pontino della Sapienza, che ci spiega cose dice la letteratura scientifica a riguardo (spoiler, il caldo di questi giorni è davvero micidiale), i perché di questa relazione e come fare a proteggerci.

Passiamo poi all’intervista del nostro Roberto Nappi, questa volta ha avuto uno scambio di domande con Roberta Passerini, esponente di Cittadinanzattiva e membro del Tribunale per i Diritti del Malato (TDM) di Roma. Il pretesto per questa chiacchierata è stata la recente pubblicazione di uno studio SWG commissionato proprio dall’organizzazione a tutela dei cittadini sull’uso e la diffusione dei cosiddetti farmaci generici, che in realtà si chiamano Equivalenti, proprio perché valgono tanto quanto gli originali, ma costano meno e consentono un risparmio alle Regioni e ai cittadini. Eccetto gli anticorpi monoclonali, tutti i farmaci per le cefalee hanno degli equivalenti in commercio, la cui diffusione è talmente ampia che spesso l’originale neanche più lo si trova in giro per le farmacie. Spesso i pazienti ci chiedono se fidarsi, bene, la risposta è chiaramente sì.

Per la rubrica Amarcord, recuperiamo un articolo del dicembre 2006 a firma di chi vi scrive in questo momento, non per autocitarsi, ma per constatare che passano gli anni e a volte le difficoltà diagnostiche restano le stesse: parliamo degli errori diagnostici a carico della nevralgia del trigemino, la cui diagnosi è clinica, ma chissà come mai, viene sempre travisata, creando una sovrastima del problema che non consente di intraprendere tempestivamente le cure più appropriate (una diagnosi sbagliata porta spesso a una cura altrettanto scorretta).

Infine, torna la rubrica cefalea in cucina, con la nostra dottoressa Eleonora di Pietro, che so vi era mancata. Questa volta ci parla degli Omega-3 e del loro ruolo nel combattere la cefalea. In fondo, quale periodo migliore per mangiare un po’ più di pesce? Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento. Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today

Ioequivalgo: l’indagine di Cittadinanzattiva sulla diffusione dei farmaci equivalenti

24 Luglio 2024

L’Associazione Cittadinanzattiva ha appena reso noti i risultati di un’indagine realizzata da SWG sui farmaci equivalenti. Cosa sono i farmaci equivalenti, quali le molecole che possono essere reperite in questo tipo di categoria, e che differenza c’è con gli originali?

l farmaco equivalente è un medicinale con le stesse caratteristiche farmacologiche e terapeutiche del farmaco di marca che, alla scadenza del brevetto di quest’ultimo, ovvero dell’esclusiva di produzione, viene immesso sul mercato ad un costo ridotto, perché è già stato sottoposto a lunghi periodi di studi preclinici e sperimentazioni cliniche, che devono necessariamente precedere la produzione di un nuovo farmaco e che sono avvenuti almeno un ventennio prima. “È stata accertata la loro equivalenza terapeutica con il farmaco di marca a seguito della valutazione e dell’approvazione da parte di AIFA degli studi presentati dall’azienda produttrice” Fonte: Ioequivalgo

 Il medicinale equivalente è sottoposto a tutti i controlli comuni agli altri farmaci erogati dalle aziende produttrici. Come per tutti i farmaci, i controlli proseguono anche dopo l’immissione in commercio. La differenza con il medicinale originale può riguardare la scelta dell’eccipiente, che per alcuni tipi di problematiche o patologie, può rappresentare un fattore da considerare con attenzione, si pensi ad esempio agli zuccheri per le persone con diabete. Alcune categorie di farmaci di cui esiste l’omologo equivalente sono:

 - gli inibitori di pompa protonica,

 - gli antipiretici,

 - i beta – bloccanti,

 - le statine,

 - gli ACE inibitori,

 - gli Antiaggreganti piastrinici,

 - gli Antagonisti angiotensina,

 - i Diuretici dell’ansa semplice.

Quali sono i risultati del vostro studio? In che modo la popolazione accoglie questi farmaci?

Cittadinanzattiva ha voluto costruire e sviluppare la quinta edizione del progetto Ioequivalgo in due regioni del sud – Campania e Sicilia - allo scopo di scandagliare le ragioni che sottendono alle grandi differenze di accoglienza dell’alternativa al branded fra i cittadini del nord e quelli del sud Italia, fiducia paradossalmente proporzionale in linea diretta al reddito pro capite. Fra le conclusioni a cui si è pervenuti, vi è la conferma di una maggiore resistenza di natura culturale fra i cittadini del sud, restii a credere che il minor prezzo dell’equivalente assicuri la medesima qualità, efficacia e sicurezza attribuite al medicinale di origine. Questa diffidenza riteniamo possa essere colmata attraverso la continuità di una comunicazione istituzionale che faccia chiarezza anche sui meccanismi di produzione del farmaco e attraverso la formazione delle nuove generazioni ad un approccio più diretto alla conoscenza scientifica, cosa che Cittadinanzattiva ha inteso fare con “Ioequivalgo Scuola”, progetto svoltosi a cavallo del periodo pandemico.
Crediamo sia funzionale una programmazione sistematica che origini da un lavoro sinergico fra l’istituzione salute e l’istituzione scuola. Non vi sono normative che possano sostituirsi ad una pervasiva e costante operazione culturale.

Esiste secondo i risultati del vostro studio un profilo dell’utente tipo propenso all’acquisto del farmaco equivalente e uno del meno incline all’acquisto di questo tipo di farmaci?

Lo studio SWG, che porta dati estremamente recenti (l’indagine si è chiusa nei primi giorni di maggio 2024) presentati durante la conferenza conclusiva del progetto Ioequivalgo il 22 maggio scorso, conferma quanto Cittadinanzattiva - con la campagna Ioequivalgo che si è avvalsa nel corso del tempo anche di strumenti come la survey – ha potuto misurare dal 2016 ad oggi, ovvero che le persone si fidano dei medici prescrittori – medici di medicina generale e specialisti – e dei farmacisti. Questa fotografia, che tratteggia una leggera flessione dal 2021 al 2024, comprova che, al netto delle inevitabili differenze e sfumature, la fisionomia dell’utente propenso all’acquisto degli equivalenti coincide con quella dell’assistito opportunamente informato e rassicurato dai professionisti della salute, sue figure di riferimento.
Attraverso il lavoro che Cittadinanzattiva ha svolto nell’ultimo anno, portando Ioequivalgo nelle regioni Campania e Sicilia, fanalini di coda, insieme alla Calabria, nella classifica delle regioni aperte all’uso degli equivalenti, emerge prepotentemente la necessità che gli attori del sistema salute diffondano messaggi univoci e che le istituzioni si impegnino a combattere le fake news, fornendo informazioni validate, dirette ad ogni tipologia di target, così da creare un sostrato culturale favorevole alla scelta dell’alternativa al branded.

Quali i vantaggi per il cittadino e per il SSN nell’acquisto di tali farmaci?

Stabilito che l’equivalente è sicuro, efficace, di qualità così come il farmaco branded, il cittadino può beneficiare di un risparmio di cui gioveranno sia il suo bilancio familiare che la propria aderenza alla terapia, la quale, in taluni casi, sempre più di frequente, purtroppo, è messa in crisi dai costi dovuti al protrarsi della stessa. Inoltre, l’utilizzo maggiore di farmaci equivalenti consentirà al SSN di liberare maggiori risorse economiche da investire in ricerca e in salute.

Quali potrebbero essere le cause dello stigma di cui questi farmaci soffrono e in che modo lo si può superare?

Siamo tutti e tutte prodotti di una precisa idea di marketing, per la quale costa di più ciò che vale di più, e sulla salute non si vuole risparmiare per non rischiare di subire un danno, che al sud è anche un danno di reputazione, dal momento che le possibilità economiche corrispondono ad un preciso status. Il fattore culturale non è affatto marginale, ma non si deve cadere nell’errore di ritenere che le resistenze riguardino solo i cittadini. In realtà, infatti, nel corso delle varie edizioni di Ioequivalgo, che ha percorso l’Italia impegnando professionisti della salute e associazioni di pazienti in momenti di informazione di prossimità, si è potuto rilevare un invisibile tracciato trasversale che include anche taluni rappresentanti dell’universo della sanità. Ecco perché riteniamo che l’ingaggio delle istituzioni sia dirimente. Per un passaggio culturale vi è necessità di dare ufficialità e grande risonanza a ciò che può tornare molto utile alla collettività.

Quali sono le garanzie per il paziente che acquista l’equivalente rispetto al prodotto di marca che magari ha acquistato per anni?

Cittadinanzattiva svolge da sempre, in prima linea, attività di corretta informazione sui temi della salute, proprio perché riconducibili alla sua mission che abbraccia due aspetti inscindibili, ovvero la tutela e l’empowerment dei cittadini. Mai come oggi è urgente comprendere che il micro influenza il macro, che ognuno e ognuna di noi esercita, con le proprie scelte, un potere di influenza sulla realtà, anche quella apparentemente più distante o avulsa dalla propria sfera personale.
Rispetto agli equivalenti, il cittadino può continuare ad avere garanzia di pari sicurezza qualità ed efficacia rispetto al farmaco griffato, inserendo anche la marcia della sostenibilità per il proprio budget e consentendo che il risparmio, generato dalla scelta dell’alternativa al branded divenga una risorsa per il sistema Italia, per tutte quelle innovazioni in campo medico scientifico di cui beneficerà la comunità nel suo complesso.

 

Intervista  a cura di Roberto Nappi

Cefalea e calore ai tempi del cambiamento climatico

24 Luglio 2024

Quello in corso si preannuncia come l’ennesimo anno con l’estate più calda mai registrata e la cosa non può fare piacere a chi soffre di Cefalee. Sebbene, infatti, la Classificazione Internazionale delle Cefalee non preveda una forma specifica attribuita all’esposizione diretta al calore, vi è sicuramente una stretta relazione tra di esse, come molti pazienti sapranno bene, ricordando che l’estate è per loro la stagione peggiore dell’anno dal punto di vista dei mal di testa. Eppure, nella letteratura scientifica ci sono diverse segnalazioni di pazienti che hanno sviluppato forti cefalee in seguito all’esposizione al caldo estremo, a volte si trattava di una esacerbazione molto peggiore rispetto alle abituali acuzie, altre volte della prima manifestazione della propria vita. Potrebbe quindi sembrare una dimenticanza degli autori della Classificazione, anche perché, al contrario, esiste una cefalea attribuita all’esposizione a stimoli freddi (quella che ci viene, per esempio, quando mangiamo un gelato o siamo esposti a un ambiente molto freddo). In realtà non è una svista: in tutti questi casi riportati in letteratura scientifica, il caldo è stato finora sempre identificato come fattore scatenante di una cefalea classificata in altro modo. Ad esempio, sappiamo che molti pazienti affetti da emicrania possono andare incontro a un violento attacco di mal di testa esponendosi al caldo. Inoltre, sono stati descritti numerosi casi di “cefalea quotidiana persistente di nuova insorgenza” a seguito di colpo di calore o di esercizio fisico intenso con clima caldo. Comunque, anche se, come dicevamo, la Classificazione delle Cefalee non preveda una forma specifica attribuita al calore, sempre più medici segnalano i casi da loro osservati e fanno proposte per criteri diagnostici dettati da uno specifico quadro clinico. Vedremo come evolverà la situazione nei prossimi anni e con le future revisioni classificative.

La ragione di questa relazione può essere dovuta al disagio che il calore eccessivo genera nel soggetto con emicrania, inducendo il cervello in uno stato di sofferenza sufficiente a dare inizio alla crisi emicranica o alla sua trasformazione. Ma non si può escludere che con il caldo si verifichino alterazioni elettrolitiche e disidratazione che possono disturbare l’omeostasi, creando stati diseccitatori o di alterazione neurovascolare tali da dare inizio all’attacco. È inoltre noto che il cosiddetto colpo di calore induce uno stato infiammatorio cerebrale che porta al rilascio di alcuni mediatori infiammatori tipici anche della cefalea cronica. Insomma, sebbene non vi sia accordo sui meccanismo d’azione coinvolti, che potrebbero pure essere molteplici o specifici nel singolo individuo, è chiaro che vi sono numerosi motivi per cui il clima caldo possa aggravare una cefalea preesistente oppure innescarne una nuova.

Ma il cambiamento climatico non è solo caldo estremo, sono pure i cambiamenti improvvisi di temperatura, associati ai sempre più numerosi temporali estivi, situazioni in cui si realizzano fluttuazioni della temperatura, dell’umidità e della pressione atmosferica, tutte condizioni che possono peggiorare enormemente il quadro clinico di un soggetto affetto da emicrania, il cui cervello mal tollera tutte le variazioni.

Inoltre, sempre pensando ai soggetti emicranici e alla stagione estiva, non si può dimenticare il ruolo dell’esposizione solare diretta. Spesso gli emicranici sono fotofobici, cioè l’esposizione al sole peggiora l’intensità del dolore, ma talvolta è addirittura in grado di far partire l’attacco. Ad esempio, nei Paesi al di là del circolo polare, dove il sole in estate non tramonta mai, oltre il 70% dei pazienti affetti da emicrania riconosce la luce del sole come un fattore scatenante del proprio mal di testa. Una cosa analoga può però accadere pure esponendosi a luci artificiali “fredde”. Per porre rimedio a questa situazione, si potrebbe suggerire di esporsi alla luce con parsimonia e adottando le giuste strategie protettive.

Infine, qualche considerazione su come comportarsi per proteggersi dal mal di testa nella stagione più calda. Le raccomandazioni sono molteplici e quasi tutte comportamentali. Se si soffre regolarmente di cefalea, è meglio evitare l’eccessiva esposizione al calore o l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. Sarebbe meglio programmare le proprie attività consultando anche le previsioni del tempo e senza separarsi mai dai propri occhiali da sole o occhiali con lenti specifiche per l’emicrania. È importante non dimenticare mai di portare con sé quando si esce di casa analgesici e antinausea, oltre ad acqua o tè freddo non zuccherato. Infatti, le bevande zuccherate possono paradossalmente disidratare ancora di più. Non esagerate, inoltre con l’aria condizionata: per molti è un detonatore micidiale del mal di testa, ma anche lo sbalzo esistente nel passaggio tra un ambiente climatizzato e uno non climatizzato può essere deleterio.

Anche chi non soffre di mal di testa dovrebbe adottare precauzioni specifiche, come evitare l’eccessiva esposizione al sole e al calore, ed essere in grado di contrastare sempre la disidratazione. Ma soprattutto non fare attività fisica nelle ore più calde. Sembra un consiglio banale, ma quasi tutti i casi riportati in letteratura di cefalea da colpo di calore si sono verificati in chi non ha seguito questa regola di buon senso. A volte, uscire di casa per fare attività fisica nelle ore più calde porta direttamente al pronto soccorso, meglio evitare.

Ma non è necessario vivere come vampiri. Un po’ di abbronzatura non fa male, aiuta anche a produrre la vitamina D, avendo ben presente che le ore migliori per produrla sono quelle del primo mattino, tra l’altro anche le più fresche della giornata, altrimenti, meglio stare a casa o al centro commerciale. Se il dolore e gli altri sintomi non passano rinfrescandosi, idratandosi e con i comuni analgesici, è ovviamente meglio consultare un medico esperto in cefalea.

Dott.ssa Chiara Abagnale,
Neurologa, Dottoranda di Ricerca
in Neuroscienze clinico-sperimentali e psichiatria
presso la Sapienza, Università di Roma

La Cefalea in cucina - Cefalee Today n.139

24 Luglio 2024

Omega-3 e mal di testa

Torniamo a parlare del modo in cui la dieta può influenzare positivamente il mal di testa, in particolare per i soggetti affetti da emicrania. Lo facciamo toccando un argomento che riscontra sempre più interesse nell’ambito neuroscientifico, ovvero l’uso degli Omega-3. Si tratta di acidi grassi essenziali (cioè che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare, quindi vanno necessariamente introdotti mediante la dieta), senza i quali sarebbe impossibile la nostra sopravvivenza e il cui apporto subottimale potrebbe associarsi a peggioramenti significativi dello stato di salute.

Gli acidi grassi omega-3 si dividono principalmente in due categorie: quelli di origine animale e quelli di origine vegetale. I primi comprendono l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), mentre l’acido alfa-linolenico (ALA) è il principale omega-3 di origine vegetale.

L’EPA e il DHA sono presenti principalmente nei pesci grassi come salmone, sgombro, sardine e tonno. Questi pesci non solo forniscono elevati livelli di omega-3, ma anche proteine di alta qualità e altre sostanze nutritive essenziali. Quindi, non bisogna pensare in prima battuta all’assunzione di integratori contenenti tali micronutrienti, quanto piuttosto seguire correttamente una dieta che ne preveda un apporto adeguato. Oltre la dieta, ci sono alcuni integratori ampiamente disponibili e utili per coloro che non consumano regolarmente pesce, come ad esempio l’olio di pesce, una fonte concentrata di EPA e DHA, oppure l’olio di krill, un’altra fonte di EPA e DHA maggiormente biodisponibile grazie alla presenza di fosfolipidi. Esistono pure integratori algali di EPA e DHA per venire incontro alle esigenze delle persone che seguono strettamente una dieta che escluda alimenti di origine animale.

Quanto agli omega-3 di origine vegetale, come l’ALA, si trovano in alimenti come semi di lino, chia, noci e vari oli vegetali (come l’olio di lino e l’olio di canapa). Il corpo umano può convertire l’ALA in EPA e DHA, ma l’efficienza di questa conversione è limitata, rendendo meno immediato o addirittura irraggiungibile il beneficio rispetto agli omega-3 di origine animale. Ma perché gli Omega-3 dovrebbero avere effetti benefici per i pazienti con cefalea? L’EPA e il DHA possiedono notevoli proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive che possono quindi influenzare positivamente il mal di testa. Infatti, questi acidi grassi agiscono modulando l’infiammazione sistemica e il metabolismo lipidico, riducendo la sintesi di molecole infiammatorie. Come lo fanno? Competono con gli acidi grassi Omega-6 per gli stessi enzimi, come la ciclossigenasi (COX) e la lipossigenasi (LOX). Gli Omega-6 sono precursori di eicosanoidi pro-infiammatori, come le prostaglandine e i leucotrieni. Aumentando l’introito dietetico di Omega-3, si riduce la sintesi di questi mediatori infiammatori. Inoltre, gli Omega-3 vengono metabolizzati in eicosandi meno infiammatori e in mediatori specializzati come resolvine, protectine e maresine, che promuovono la risoluzione dell’infiammazione e la riparazione tissutale, con il ritorno alla normale omeostasi. Gli omega-3 possono, infine, anche ridurre l’espressione di citochine proinfiammatorie come il TNF-α, l’IL-1β e l’IL-6, coinvolte – tra l’altro con la patogenesi dell’emicrania e la sua cronicizzazione – riducendo così l’infiammazione sistemica e nel sistema nervoso centrale.

Inoltre, il DHA in particolare svolge un ruolo cruciale nella salute del cervello attraverso diversi meccanismi. È un componente chiave delle membrane cellulari dei neuroni, influenzando la fluidità, la permeabilità e l’attività dei recettori e dei canali ionici, fondamentali per la funzione sinaptica e la trasmissione dei segnali nervosi. Inoltre, il DHA viene convertito in neuroprotectina D1, una molecola che ha potenti effetti neuroprotettivi, proteggendo i neuroni dallo stress ossidativo e dalle lesioni infiammatorie (entrambi particolarmente cruciali nel cervello dei soggetti emicranici), promuovendo la sopravvivenza cellulare e inibendo i processi di morte neuronale mediante apoptosi. Il DHA modula anche le risposte infiammatorie nel cervello, riducendo la produzione di molecole infiammatorie da parte delle cellule microgliali e promuovendo la risoluzione dell’infiammazione. Supporta infine la neurogenesi, ovvero la formazione di nuovi neuroni, specialmente nell’ippocampo, una regione del cervello associata alla memoria e all’apprendimento.

Date le premesse biologiche, andiamo a vedere cosa dicono i dati di tipo clinico. In realtà, già da diversi anni sono presenti in letteratura segnalazioni e studi clinici più o meno grandi sull’argomento, tanto è che ormai sono stati raccolti in revisioni sistematiche della letteratura, con risultati molto incoraggianti. Ad esempio, una revisione sistematica del 2020, che ha esaminato 15 studi clinici randomizzati controllati, ha concluso che l’integrazione di Omega-3 può ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi emicranici. Inoltre, in uno studio successivo è stato dimostrato che un’alta assunzione di Omega-3 attraverso la dieta, combinata con una riduzione dell’introito degli Omega-6, riduce significativamente la frequenza delle emicranie rispetto al solo aumento degli Omega-3. Un altro studio che merita di essere menzionato (sebbene si riferisca all’uso di integratori a base di EPA e DHA, quindi non del loro apporto con la dieta) ha preso in considerazione i pazienti con emicrania cronica. I risultati hanno mostrato una riduzione del numero di giorni di cefalea e un miglioramento della qualità della vita. Insomma, troppo interessante per non parlarne.

In conclusione, l’adeguato apporto dietetico di Omega-3, o la loro integrazione, in soggetti con emicrania rappresenta un provvedimento nutrizionale promettente. Tuttavia, è importante considerare la fonte degli Omega-3, con quelli di origine animale (EPA e DHA, gli unici presi in considerazione negli studi clinici) che potrebbero offrire benefici più immediati rispetto all’ALA di origine vegetale. Probabilmente, un approccio bilanciato, che includa una combinazione di fonti animali e vegetali di Omega-3, potrebbe essere una strategia ottimale. I pazienti dovrebbero consultare dei professionisti per determinare il dosaggio e la fonte di Omega-3 più appropriati alle loro esigenze specifiche.

A cura della Dott.ssa Eleonora Di Pietro,
Biologa nutrizionista - Associazione Eupraxia

Emicrania, come migliorare la gestione-pazienti in centri cefalee

05 Luglio 2024

Esperti e pazienti hanno presentato il progetto editoriale promosso da Edra con il contributo non condizionante di AbbVie dal titolo “Il futuro dell’emicrania”, un white paper elaborato per migliorare la gestione dei pazienti nei Centri Cefalee. Tra le call to action necessarie anche la facilitazione dell’accesso a farmaci specifici e la riformulazione di criteri per la classificazione dei centri.

 

Servizio evento Askanews

Il futuro dell'emicrania

28 Giugno 2024

Prospettive per una migliore gestione del paziente emicranico nei centri cefalee.

 

27 Giugno 2024 Centro Studi Americani Roma

 

Scarica il programma dell'evento

Video dell'evento

Futuro emicrania

CONFINIA CAMBIA CASA MA RESTA DI FAMIGLIA

14 Maggio 2024

A partire dal 2024 la storica rivista della Fondazione CIRNA Confinia Cephalalgica (il cui nome da qualche anno era variato in Confinia Cephalalgica et Neurologica), fondata dal Prof. Giuseppe Nappi, ha cambiato "casa" diventando organo ufficiale della SISC, la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee.

Nonostante ciò, resterà sempre "di famiglia" per cui continueremo a condividere l'uscita dei nuovi numeri sul nostro sito. Nell'augurare una lunga e rinnovata vita a Confinia Cephalalgica, pubblichiamo di seguito il link al primo numero del 2024 https://www.confiniacephalalgica.com/site/issue/view/924.

Podcast "Mal di testa": pubblicato episodio 1

24 Aprile 2024

Vi presentiamo il primo episodio del podcast che abbiamo realizzato insieme a Hypercast e con il supporto non condizionante di AbbVie.

Giuditta Pini, firmataria della legge sul riconoscimento dell’emicrania come malattia sociale, e Cristina Tassorelli, Professoressa Ordinaria di Neurologia presso l’Università di Pavia, raccolgono esperienze e storie per sfatare falsi miti e pregiudizi e legittimare chi vive questa condizione: perché l’emicrania è molto più di un semplice “Mal di Testa”!

Per ascoltare il podcast utilizzate questo link 

https://open.spotify.com/episode/5yHWf57jibxExQDmUYnlgT?si=GAqA4rIwQrGcFcDG2_iKRA

Mal di testa: il podcast di Alleanza Cefalalgici che parla di emicrania

23 Aprile 2024

L’emicrania non è un semplice mal di testa.
L’emicrania è una malattia neurolgica invisibile e invalidante, ma purtroppo ancora oggi è una patologia molto sottovalutata.

Per dare voce agli oltre 7 milioni di italiani e di italiane che convivono quotidianamente con questa condizione, per fare luce sul loro vissuto e sensibilizzare sull’impatto che l’emicrania ha sulla qualità della vita di chi ne soffre Alleanza Cefalalgici e Fondazione CIRNA hanno dato vita a “Mal di testa” il primo podcast dedicato all’emicrania, prodotto da Hypercast con il supporto non condizionante di AbbVie.

Sono 5 i primi episodi del podcast, già disponibili sulle principali piattaforme di podcast, condotti da Giuditta Pini, già parlamentare, firmataria della legge sul riconoscimento dell’emicrania come malattia sociale e host del podcast di politica “Chiedi alla Pini” - e Cristina Tassorelli, Professoressa Ordinaria di Neurologia presso l’Università di Pavia.

Ogni puntata vede la partecipazione di un ospite e indaga un aspetto diverso della malattia, per chiudersi con la rubrica "Le parole dell'emicrania" con la voce di Alessandra Sorrentino, presidente di Alleanza Cefalalgici e autrice del blog "Le parole dell'emicrania".

Partendo da falsi miti e pregiudizi, si illustrano le terapie di profilassi, i cambiamenti e le evoluzioni della malattia nel corso della vita, le entità patologiche associate - ansia, depressione, attacchi di panico - e il supporto psicologico connesso, l’importanza dell’educazione sulla malattia per combattere lo stigma, fino alle prospettive per il futuro.

Gli ospiti che hanno partecipato al podcast:

Lara Merighi (mamma Lara), Presidente Onorario di Alleanza Cefalalgici, che insieme alla parlamentare Paola Boldrini ha parlato dell’importanza della legge 81/2020 che ha riconosciuto la cefalea cronica come malattia sociale e del lavoro che oggi le Regioni sono chiamate a svolgere per una effettiva presa in carico del paziente emicranico.

L’attrice Veronika Logan che ha raccontato com’è convivere con l’emicrania e soprattutto come affrontarla nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni.

La farmacologa clinica Simona Guerzoni che nella prima puntata ha spiegato perché l’emicrania non è un semplice mal di testa, quali sono i sintomi e come gestirla.

Il neurologo Gianluca Coppola che ha parlato del rapporto tra salute mentale ed emicrania e di come lo stigma e il contesto sociale possano essere fattori determinanti nell’identificazione, nella presa in carico e nel trattamento dei pazienti.

La paziente Viola Isabel Arena e la psicoterapeuta Federica Galli che hanno discusso di come parlare apertamente di emicrania a scuola, a casa e tra amici, superando la paura e la vergogna di essere giudicati

Senza una cultura della malattia che si basa sulla sensibilizzazione e la diffusione di informazioni corrette non può esserci accettazione, né da parte dei pazienti, né da parte della comunità. Il podcast è uno strumento di comunicazione sempre più diffuso e che reputiamo eccezionale per parlare di temi così importanti con un tono di voce vicino alle persone.

Ringraziamo Hypercast e AbbVie per aver creduto fin da subito in questo progetto e per aver sostenuto Alleanza Cefalalgici nel realizzarlo.

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Nuovo numero di Cefalee Today n.138 disponibile

26 Marzo 2024

E' disponibile il nuovo numero 138 di Cefalee Today del mese di Marzo

Leggi il sommario dei contenuti

Editoriale - Cefalee Today n.138

26 Marzo 2024

Buona primavera a tutti voi, amiche e amici, e buona Pasqua. Questo è quel periodo dell’anno in cui esplodono le allergie, gli sbalzi di pressione atmosferica e i valori delle analisi del sangue a causa delle abbuffate pasquali: insomma, tutto si traduce con il fiorire di terribili attacchi di cefalea per tutti noi. La nostra redazione vi è vicina, sempre, sappiatelo, e se ci scherziamo un po’ su è solo perché siamo convinti che praticare umorismo sia un modo per accrescere la resilienza. Di contro, la fine della brutta stagione porta con sé anche la fine del freddo (che, a onor del vero, quest’anno non è mai arrivato per davvero), il che implica il miglioramento della cefalea per molti altri pazienti che invece il freddo lo soffrono. Prima o poi, dovremmo approfondire la questione caldo – freddo e cefalea, magari fateci sapere se vi interessa e ci dedicheremo più spazio. Continuiamo a segnalare il ritardo nell’immissione in commercio a carico del SSN dei farmaci della famiglia dei gepanti, e della non disponibilità su tutto il territorio nazionale dell’eptinezumab. Certo, non sono farmaci salvavita, ma per molti pazienti sono una speranza di una vita migliore. In tempi in cui si discute molto di qualità e dignità della vita, si ignora chi potrebbe averne una più normale, a causa di ritardi davvero incomprensibili. Sappiamo bene che con le nostre doglianze non velocizzeremo i processi amministrativi, ma siamo certi ci sia da parte di un bollettino dell’associazione pazienti per i pazienti il dovere di testimoniare, ricordare e protestare per ciò che si potrebbe fare e non si fa.

Chiusa la parentesi dei saluti e delle considerazioni generali sul mondo delle cefalee, veniamo ora ai ricchi contenuti del corrente numero del giornalino, che abbiamo reso quasi monotematico perché, come ogni anno, l’otto marzo si celebra la giornata internazionale dei diritti delle donne (perché chiamarla “festa delle donne” non rende bene l’idea del significato profondo di questa ricorrenza). Essendo le cefalee una serie di patologie a prevalente espressione nel sesso femminile, ci è apparso doveroso onorare le donne e i loro diritti parlando di loro nel nostro numero.

Si parte con un’intervista alla professoressa dell’Università di Pavia Rossella Nappi, ginecologa di fama mondiale e grande amica della nostra associazione. Grazie alla sua vasta esperienza nel campo dell’endocrinologia ginecologica e con all’attivo una cinquantina di pubblicazioni scientifiche (di cui una recentissima sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine) sulla relazione tra ormoni femminili e la cefalea ci illustrerà lo stretto rapporto tra pillola anticoncezionale e cefalee. Infatti, parlando di diritti femminili, sicuramente quello alla contraccezione è spesso ingiustamente uno dei meno citati, senza dimenticare che spesso l’uso di tali farmaci nelle nostre pazienti emicraniche può esser addirittura parte della cura del mal di testa, o di altre patologie endocrino-ginecologiche (una per tutte, la dolorosissima endometriosi).

Restando sempre in tema femminile, nello scorso editoriale accennavamo al fatto che da gennaio assumeva il ruolo di Editor in Chief (direttrice) della prestigiosa rivista scientifica Cephalalgia (organo ufficiale della Società Internazionale delle Cefalee) la professoressa Simona Sacco dell’Università dell’Aquila. Abbiamo pensato di intervistarla e lei gentilente ha acconsentito, raccontandoci le sfide che l’attendono nel suo nuovo ruolo e parlando del ruolo delle donne nel campo scientifico, in particolare di quelle italiane che si dedicano alla lotta contro il mal di testa. Davvero una bella intervista, che speriamo possa essere d’ispirazione per le nostre lettrici.

Per la rubrica Amarcord, sempre per restare in tema femminile, recuperiamo un articolo di agosto 2009 che tratta la complessa relazione tra gravidanza e ictus nelle pazienti emicraniche, a cura della dottoressa Anna Cavallini del Mondino di Pavia.

Infine, in questo numero non ci sarà la rubrica cefalea in cucina per lasciar spazio a un intervento del dottor Emanuele De Giorgi, nutrizionista e divulgatore, nonché paziente con cefalea a grappolo. Infatti, il 21 marzo è stata la giornata europea dedicata alla cefalea a grappolo. Chi meglio di lui poteva parlarcene!?!

Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento. Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

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