Quello in corso si preannuncia come l’ennesimo anno con l’estate più calda mai registrata e la cosa non può fare piacere a chi soffre di Cefalee. Sebbene, infatti, la Classificazione Internazionale delle Cefalee non preveda una forma specifica attribuita all’esposizione diretta al calore, vi è sicuramente una stretta relazione tra di esse, come molti pazienti sapranno bene, ricordando che l’estate è per loro la stagione peggiore dell’anno dal punto di vista dei mal di testa. Eppure, nella letteratura scientifica ci sono diverse segnalazioni di pazienti che hanno sviluppato forti cefalee in seguito all’esposizione al caldo estremo, a volte si trattava di una esacerbazione molto peggiore rispetto alle abituali acuzie, altre volte della prima manifestazione della propria vita. Potrebbe quindi sembrare una dimenticanza degli autori della Classificazione, anche perché, al contrario, esiste una cefalea attribuita all’esposizione a stimoli freddi (quella che ci viene, per esempio, quando mangiamo un gelato o siamo esposti a un ambiente molto freddo). In realtà non è una svista: in tutti questi casi riportati in letteratura scientifica, il caldo è stato finora sempre identificato come fattore scatenante di una cefalea classificata in altro modo. Ad esempio, sappiamo che molti pazienti affetti da emicrania possono andare incontro a un violento attacco di mal di testa esponendosi al caldo. Inoltre, sono stati descritti numerosi casi di “cefalea quotidiana persistente di nuova insorgenza” a seguito di colpo di calore o di esercizio fisico intenso con clima caldo. Comunque, anche se, come dicevamo, la Classificazione delle Cefalee non preveda una forma specifica attribuita al calore, sempre più medici segnalano i casi da loro osservati e fanno proposte per criteri diagnostici dettati da uno specifico quadro clinico. Vedremo come evolverà la situazione nei prossimi anni e con le future revisioni classificative.

La ragione di questa relazione può essere dovuta al disagio che il calore eccessivo genera nel soggetto con emicrania, inducendo il cervello in uno stato di sofferenza sufficiente a dare inizio alla crisi emicranica o alla sua trasformazione. Ma non si può escludere che con il caldo si verifichino alterazioni elettrolitiche e disidratazione che possono disturbare l’omeostasi, creando stati diseccitatori o di alterazione neurovascolare tali da dare inizio all’attacco. È inoltre noto che il cosiddetto colpo di calore induce uno stato infiammatorio cerebrale che porta al rilascio di alcuni mediatori infiammatori tipici anche della cefalea cronica. Insomma, sebbene non vi sia accordo sui meccanismo d’azione coinvolti, che potrebbero pure essere molteplici o specifici nel singolo individuo, è chiaro che vi sono numerosi motivi per cui il clima caldo possa aggravare una cefalea preesistente oppure innescarne una nuova.

Ma il cambiamento climatico non è solo caldo estremo, sono pure i cambiamenti improvvisi di temperatura, associati ai sempre più numerosi temporali estivi, situazioni in cui si realizzano fluttuazioni della temperatura, dell’umidità e della pressione atmosferica, tutte condizioni che possono peggiorare enormemente il quadro clinico di un soggetto affetto da emicrania, il cui cervello mal tollera tutte le variazioni.

Inoltre, sempre pensando ai soggetti emicranici e alla stagione estiva, non si può dimenticare il ruolo dell’esposizione solare diretta. Spesso gli emicranici sono fotofobici, cioè l’esposizione al sole peggiora l’intensità del dolore, ma talvolta è addirittura in grado di far partire l’attacco. Ad esempio, nei Paesi al di là del circolo polare, dove il sole in estate non tramonta mai, oltre il 70% dei pazienti affetti da emicrania riconosce la luce del sole come un fattore scatenante del proprio mal di testa. Una cosa analoga può però accadere pure esponendosi a luci artificiali “fredde”. Per porre rimedio a questa situazione, si potrebbe suggerire di esporsi alla luce con parsimonia e adottando le giuste strategie protettive.

Infine, qualche considerazione su come comportarsi per proteggersi dal mal di testa nella stagione più calda. Le raccomandazioni sono molteplici e quasi tutte comportamentali. Se si soffre regolarmente di cefalea, è meglio evitare l’eccessiva esposizione al calore o l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. Sarebbe meglio programmare le proprie attività consultando anche le previsioni del tempo e senza separarsi mai dai propri occhiali da sole o occhiali con lenti specifiche per l’emicrania. È importante non dimenticare mai di portare con sé quando si esce di casa analgesici e antinausea, oltre ad acqua o tè freddo non zuccherato. Infatti, le bevande zuccherate possono paradossalmente disidratare ancora di più. Non esagerate, inoltre con l’aria condizionata: per molti è un detonatore micidiale del mal di testa, ma anche lo sbalzo esistente nel passaggio tra un ambiente climatizzato e uno non climatizzato può essere deleterio.

Anche chi non soffre di mal di testa dovrebbe adottare precauzioni specifiche, come evitare l’eccessiva esposizione al sole e al calore, ed essere in grado di contrastare sempre la disidratazione. Ma soprattutto non fare attività fisica nelle ore più calde. Sembra un consiglio banale, ma quasi tutti i casi riportati in letteratura di cefalea da colpo di calore si sono verificati in chi non ha seguito questa regola di buon senso. A volte, uscire di casa per fare attività fisica nelle ore più calde porta direttamente al pronto soccorso, meglio evitare.

Ma non è necessario vivere come vampiri. Un po’ di abbronzatura non fa male, aiuta anche a produrre la vitamina D, avendo ben presente che le ore migliori per produrla sono quelle del primo mattino, tra l’altro anche le più fresche della giornata, altrimenti, meglio stare a casa o al centro commerciale. Se il dolore e gli altri sintomi non passano rinfrescandosi, idratandosi e con i comuni analgesici, è ovviamente meglio consultare un medico esperto in cefalea.

Dott.ssa Chiara Abagnale,
Neurologa, Dottoranda di Ricerca
in Neuroscienze clinico-sperimentali e psichiatria
presso la Sapienza, Università di Roma