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Notizie ed Eventi

Cefalea da vaccino anti-Covid 19: cosa sappiamo

22 Dicembre 2021

L’attuale pandemia ha spinto la scienza a dare una risposta rapida all’esigenza di sicurezza dei cittadini e, come sempre è successo in passato, la via più efficace ed economica è stata rappresentata dalla creazione di vaccini specifici. Nel giro di pochi mesi, essi sono entrati nella disponibilità delle strutture sanitarie, garantendo una riduzione del rischio d’infezione, dello sviluppo di complicanze e di decesso. Tra i principali effetti collaterali di questi vaccini, tuttavia, c’è proprio la cefalea. Attualmente, vengono utilizzati tre tipi di vaccino contro il COVID:

  1. VACCINI a mRNA (Comirnaty Pfizer/BioNTech e Moderna) che contengono quote di mRNA di SARS-CoV-2 su cui sono conservate le istruzioni per la codifica di una specifica proteina del virus, nota come spike o proteina S.
  2. VACCINI a vettore virale non replicante (Vaccino AstraZeneca + University of Oxford, Vaccino Gamaleya Research Institute + Health Ministry of the Russian Federation [Gam-COVIDVac - Sputnik V], Vaccino Janssen Pharmaceutical [Ad26.CoV2.S],Vaccino CanSino Biological Inc./Beijing Institute of Biotechnology [Ad5-nCoV] che utilizzano un virus (di solito un adenovirus), opportunamente reso inoffensivo, per introdurre nelle cellule di chi riceve la vaccinazione la sequenza di SARS-CoV-2 codificante per la già citata proteina spike.
  3. VACCINI a virus inattivati (Vaccino Sinovac [CoronaVac], Vaccino Sinopharm + China National Biotec Group Co + Wuhan Institute of Biological Products [Vero Cell]) che contengono particelle di SARS-CoV-2 uccisi, ma comunque in grado di stimolare il sistema immunitario e la produzione di anticorpi necessari a immunizzare dal virus.

Come dicevamo, il mal di testa è tra gli effetti avversi più frequenti del vaccino antiCOVID19. Negli studi clinici la cefalea è segnalata da circa la metà dei destinatari del vaccino: in particolare, nel 39-80% dei casi con vaccini ad RNA, nel 39-66% con vaccini con vettore virale non replicante nel 13% con vaccini a virus inattivato (non disponibili in Europa, e apparentemente, i meno efficaci anche per contrastare la malattia). Un recente studio condotto nella Repubblica ceca, che ha esplorato i dati di vita reale su tutti gli eventi avversi correlati al vaccino mRNA COVID-19, ha riscontrato la cefalea nel 45,6% di 877 soggetti monitorizzati nel tempo. I dati riscontrati non sorprendono dal momento che il mal di testa è un evento avverso frequente anche dopo altri vaccini, come quelli per influenza, morbillo-parotite-rosolia, varicella-zoster virus (VZV) e virus del papilloma umano (HPV). Le caratteristiche della cefalea da vaccino anti-COVID 19 sono state esaminate in 1819 operatori sanitari, di cui 209 erano stati in precedenza contagiati dal virus. Il 30,6% riportava cefalea che in un quarto dei casi durava più di 3 giorni. Nello studio si rilevava che la cefalea era per lo più bilaterale, meno intensa, senza sintomi di accompagnamento e meno duratura di quella riscontrata in corso di vaccinazione da COVID. La probabilità di avere cefalea post-vaccino aumentava nei soggetti con cefalea primaria preesistente, in quelli di sesso femminile, con patologia tiroidea, in presenza di febbre e in quelli che avevano presentato cefalea dopo vaccinazione per l’influenza. Nel 30,8% dei casi la cefalea era d’intensità lieve e non richiedeva alcuna terapia, nel 69,2% dei casi la cefalea rispondeva alla terapia sintomatica con paracetamolo, FANS, triptani, ergotaminici o miorilassanti e l’1,8% di questi ultimi pazienti ricorreva al PS. La cefalea post-vaccinica è un sintomo abbastanza precoce e generalmente si risolve in pochi giorni spontaneamente o dopo terapia sintomatica. Il meccanismo con cui il vaccino provoca cefalea non è ben conosciuto. Si può ipotizzare che le proteine virali e la loro interazione con l’organismo umano determino la liberazione di citochine proinfiammatorie che inducono la cefalea, come in precedenza dimostrato con altri vaccini (es. antivaioloso). Inoltre, molti vaccini contengono degli adiuvanti come l’allume, un sale dell’alluminio che a sua volta stimola la risposta immunitaria. Lo stato infiammatorio è indicato anche dalla frequente associazione con febbre, mentre l’assenza di allodinia indica che alla base della cefalea post-vaccino non sarebbero implicati processi di sensitizzazione del sistema nervoso centrale e periferico tipici dell’emicrania. La frequente associazione con ipotiroidismo, oltre che nella cefalea postvaccinica, è stata descritta anche nelle cefalee primarie, suggerendo la possibilità di una predisposizione genetica o di un meccanismo causale bidirezionale basato su uno stato di alterato funzionamento del sistema immunitario che potrebbe generare sia la cefalea che il distiroidismo. Il riscontro di febbre in associazione a cefalea sembrerebbe indicare che vi possa essere un coinvolgimento dell’ipotalamo, struttura che regola il calore corporeo e si interpone fra sistema endocrino e sistema nervoso, oltre ad essere connesso con le vie di modulazione del dolore. Sono tutte ipotesi che andranno verificate in studi successivi. In alcuni pazienti sottoposti a vaccino con vettore virale non replicante è stata raramente osservata pure una cefalea ad insorgenza più tardiva, dopo circa 7 giorni dalla somministrazione del vaccino, ma soprattutto più duratura e ad andamento progressivo. Questa cefalea si è rivelata secondaria ad una trombosi dei seni venosi cerebrali, patologia che, se individuata precocemente, presenta maggiore probabilità di risposta terapeutica. Il meccanismo patogenetico di questo tipo di cefalea è completamente differente. In questo caso, il vaccino stimola la produzione di anticorpi antifattore 4 piastrinico, inducendo attivazione piastrinica, aggregazione, trombosi e consumo di piastrine con conseguente piastrinopenia. Tali tipi di vaccino, al momento, non sono più disponibili nel territorio dell’Unione Europea, che attualmente distribuisce solo quelli ad RNA messaggero. In sintesi, ci si può vaccinare senza paura, sapendo che se il mal di testa arriverà, andrà presto via, talvolta senza neppure dover ricorrere ad analgesici specifici.

Dott.ssa Maria Pia Prudenzano,
Responsabile Centro Cefalee - Clinica Neurologica “L. Amaducci” – A.O. Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

La Cefalea in cucina - Cefalee Today n.129

22 Dicembre 2021

Gli alcolici e il mal di testa

Sono molte le leggende legate alla nascita e diffusione delle bevande alcoliche, la cui preparazione, sebbene in forme diverse, è diffusa in tutto il mondo. Il tratto comune è la fermentazione di un liquido zuccherino, estratto dal latte (come il kefir), dalla frutta (come il vino, l’acquavite o il sidro) o i suoi scarti di lavorazione (come la grappa), dal miele (come l’idromele), dai cereali (come la birra, i whisky, e il sakè) o dai tuberi (come la vodka). Una cosa è però certa: tali bevande incontrano grande successo in buona parte del pianeta, verosimilmente più per le loro qualità psicotrope (la capacità di far perdere il controllo, inducendo uno stato di ebbrezza) che non quelle salutistiche. A dirla tutta, di salutistico l’ingestione di alcool non ha proprio nulla. Infatti, il suo consumo è classificato fin dal 1988 come a rischio cancerogeno dallo IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), collocandolo nel Gruppo 1, cioè quello in cui sono incluse le sostanze con dimostrata capacità di influenzare l’insorgenza dei tumori. Anche le presunte doti termogeniche che consentirebbero di migliorare la sopravvivenza al freddo sono in realtà sementite dai fatti: nel medio periodo l’alcool porta a disperdere la temperatura corporea a causa del suo effetto vasodilatatorio, agevolando così i processi di assideramento. Infine, arriva tombale la definizione della OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) che classifica l’alcool tra le droghe, causa di una dipendenza il cui grado è superiore rispetto alle altre sostanze più conosciute. Insomma, per dirla con la rivista The Lancet (in una metanalisi realizzata per il Global Burden of Disease Study), non esistono soglie di consumo di alcool considerate non potenzialmente nocive per la salute. Eppure, gli alcolici sono molto diffusi. Il loro consumo inizia, purtroppo, fin dalla più giovane età ed entro certi limiti sono considerati parte del nostro patrimonio culturale / alimentare e come tali la politica in varie parti del mondo ne norma e tutela la produzione. A onor del vero, sembrerebbe che un modico consumo di vino (in particolar modo, rosso) e birra possa esercitare effetti protettivi sul sistema cardiovascolare, ma il modico consumo si esaurisce entro la soglia di 12 gr di etanolo, la cosiddetta unità alcolica (pari all’alcol contenuto in un bicchiere di vino rosso o un boccale di birra media), quantità di alcool che comunque richiede all’organismo una o due ore per essere smaltita e che intanto potrebbe indurre danni in altri organi e apparati (come fegato, reni e cervello), oltre al già succitato rischio tumorale. Ma veniamo al mal di testa, perché mai una bevanda alcolica dovrebbe favorire l’insorgenza di mal di testa? I motivi sono molteplici e in parte non tutti adeguatamente studiati. Per iniziare, ci potrebbe essere un effetto diretto dell’alcool come detonatore del mal di testa, almeno questo è ciò che si osserva nella cefalea a grappolo, in cui spesso l’attacco segue di massimo 2-3 ore l’ingestione di una bevanda alcolica, qualunque essa sia, probabilmente per un meccanismo di interferenza neurotrasmettitoriale (i metaboliti dell’alcool interferiscono con il sistema GABAergico, glutammatergico, dopaminergico e opiatergico). Un altro effetto che l’alcool può esercitare sull’organismo e, indirettamente, potrebbe influire sulla genesi di un mal di testa è la disidratazione. Si sa, infatti, che l’alcool ha la capacità di indurre uno stato di disidratazione, oltre ad alterare l’omeostasi elettrolitica, e tale condizione potrebbe essere alla base dello scatenamento, per esempio, delle crisi emicraniche (che si sa, sono sensibili tanto alla disidratazione, quanto ad un alterato equilibrio elettrolitico). Inoltre, l’alcool è un efficientissimo solvente per le sostanze apolari, molte delle quali vengono assorbite con maggior efficienza dall’organismo se disciolte in soluzione alcolica. È il caso, ad esempio, dell’istamina, sottoprodotto della fermentazione alcolica e potentissimo trigger emicranico. I soggetti emicranici sembrerebbero essere molto sensibili all’istamina perché molti di essi sono carenti dell’enzima intestinale preposto alla sua degradazione, la diaminossidasi (DAO). I vini rossi a lungo invecchiamento, soprattutto se affinati in botte, sono spesso ricchi di istamina e la presenza dell’alcool ne facilita l’assorbimento, mentre l’organismo non riesce a disfarsene efficientemente. Anche la birra è spesso ricca di istamina, oltre a contenere glutine e carboidrati che in soggetti particolarmente predisposti possono indurre lo scatenamento della crisi di cefalea. Sempre i vini, in particolar modo quelli bianchi possono essere ricchi di solfiti. Tali sostanze sono prodotte direttamente dalla fermentazione dell’uva (i cosiddetti solfiti naturali), ma generalmente in bassa quantità (circa 10 mg/l, soglia sotto la quale non vanno dichiarati in etichetta), mentre possono essere additivati per mezzo dell’aggiunta di anidride solforosa al fine di conservare meglio i vini, soprattutto i bianchi dolci, i passiti e i muffiti. I vini biologici spesso non hanno solfiti aggiunti e comunque ne hanno quantità minori. Proprio per questo sono i preferiti dai soggetti emicranici, anche se non è chiaro il ruolo che tali sostanze esercitino sulla cefalea. Infatti, pare che solo i solfiti presenti nei vini inducano cefalea, mentre ciò non accade con l’ingestione di quantitativi maggiori provenienti da altri alimenti, probabilmente perché è l’interazione alcool – solfiti a fungere da fattore scatenante. Per i vini rossi, oltre all’istamina, un ruolo scatenante può poi essere esercitato dai tannini, meno abbondanti in quelli più leggeri. Attenzione, infine, ai distillati affinati in botte o torbati, anch’essi possono avere disciolte molecole in grado d’essere assorbite con maggior facilità se in soluzione alcolica ed innescare al crisi di mal di testa. Insomma, se proprio volete, bevete leggero, biologico e con moderazione.

A cura della Dott.ssa Eleonora Di Pietro,
Biologa nutrizionista - Associazione Eupraxia

Auguri di Buone Feste!

22 Dicembre 2021

Buon Natale e Felice Anno Nuovo dalla Fondazione CIRNA Onlus, Alleanza Cefalalgici e tutto lo staff di www.cefalea.it

COMBATTERE ASSIEME IL MAL DI TESTA: grande successo per il ciclo di webinar per pazienti

02 Dicembre 2021

140.000! E' questo il numero di visualizzazioni complessivo che il primo ciclo di 6 webinar per pazienti promosso da Al.Ce. Group-Fondazione CIRNA Onlus con il sostegno di Lundbeck Italia ha raggiunto, finora, sulla pagina facebook di Alleanza Cefalalgici. Stiamo già lavorando affinchè un secondo ciclo, nel 2022, possa essere offerto, sempre gratuitamente, a tutti coloro che soffrono di ogni forma di cefalea. Chi volesse segnalare argomenti di interesse può inviare un messaggio a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e nei limiti del possibile cercheremo di tenerne conto. Ricordiamo, infine, che tutti i 6 webinar sono disponibili nella sezione dedicata a questo link (dove troverete anche altri webinar interessanti).

Ringraziamo chi ci ha seguito e sostenuto in questa iniziativa...PIU' SIAMO, PIU' CONTIAMO!

Riconoscimento delle Cefalea Primaria Cronica come Malattia Sociale: l'urgenza dei Decreti Attuativi

26 Novembre 2021

E' trascorso più di un anno dall'approvazione della Legge che l'8 luglio 2020 ha finalmente riconosciuto la Cefalea Prima Cronica come Malattia Sociale, ma milioni di cefalalgici sono ancora in attesa dei Decreti Attuativi senza i quali qualunque Legge resta praticamente una "scatola vuota". Per sollecitarne l'emanazione, Alleanza Cefalalgici, braccio operativo laico della Fondazione CIRNA Onlus, principale sostenitore dell'importanza di tale Riconoscimento fin dal 2007, ha voluto inviare una lettera al MInistro della Salute e ai Presidenti di Camera e Senato affinchè possano attivarsi a tale scopo. La lettera sarà inviata anche a tutto il Parlamento, alle Regioni, fino ad arrivare ai Comuni. Non vogliamo e non possiamo sprecare l'opportunità che ci è stata data con questa Legge e continueremo a far sentire la nostra voce perchè sia attuata in concreto!
PIU' SIAMO, PIU' CONTIAMO!

Lara Merighi
Coordinatrice laica di Al.Ce. Group Italia - CIRNA Foundation Onlus

Lettera per Decreti Attuativi

Heads Together: elevating the unmet needs in Migraine

18 Novembre 2021

Elevare, cioè mettere in risalto, i bisogni insoddisfatti di chi soffre di Emicrania. E' questo l'obiettivo di un webinar in lingua inglese che si svolgerà domani, 19 novembre, dalle 16 alle 17.30. L'evento è organizzato dal Women's Brain Project, una organizzazione internazionale che mira ad accrescere la considerazione delle differenze di genere nella prevenzione, trattamento e ricerca in tema di Salute Mentale e del Cervello, in collaborazione con Lilly. Per partecipare all'evento è necessario registrarsi al link che segue https://www.privilege-events.it/headstogether/ così da ricevere le credenziali per accedere al webinar qui https://www.privilege-events.it/headstogether/login.
Sarà una discussione coinvolgente e interattiva sull'emicrania con un panel di relatori d'eccezione, che aiuteranno a rivelare il vero peso dell'emicrania e condivideranno le loro idee su ciò che può essere fatto per affrontare i bisogni ancora insoddisfatti del paziente emicranico.

Ecco il Calendario della Cefalea 2022!

08 Novembre 2021

Come da tradizione, anche quest'anno è stato realizzato il nuovo Calendario della Cefalea per il 2022, che tutti coloro che aderiscono ad Al.Ce. con una donazione di libera entità possono ora scaricare dall'area riservata del sito. Ricordiamo che chi non ne fosse già in possesso riceverà le credenziali di accesso dopo aver inviato il modulo di adesione online presente qui e aver provveduto alla donazione. Coloro che doneranno almeno 20 euro riceveranno tra un anno la copia stampata del Calendario della Cefalea per il 2023. Nella sua veste ormai consolidata e molto apprezzata, il Calendario raccoglie 12 pensieri di pazienti cefalalgici tratti dal nostro Forum di Sostegno "mammalara" accompagnati da altrettante fotografie. Inoltre, sul retro di ogni mese è presente il Diario della Cefalea, che ogni persona che soffre di Mal di Testa dovrebbe tenere aggiornato per facilitare il compito dello Specialista Neurologo da cui è seguita.
Ringraziamo tutti coloro che vorranno essere dei nostri ricordando sempre che PIU' SIAMO, PIU' CONTIAMO!

Campagna Adesioni Al.Ce. 2022

08 Novembre 2021

Grandi novità per la Campagna Adesioni Al.Ce. 2022 che non sarà necessariamente legata a una donazione minima, ma riserverà omaggi e servizi utili a chi vorrà accompagnarla con un contributo economico. Scopri tutte le novità e come aderire nella pagina dedicata!

La telemedicina nella pratica clinica e nella ricerca: tra efficacia ed umanizzazione delle cure

29 Ottobre 2021

Per Al.Ce. la #telemedicina ricopre un ruolo importante per il futuro della nostra salute. Per questo abbiamo supportato il progetto di ricerca “La Telemedicina nella pratica clinica e nella ricerca: tra efficacia ed Umanizzazione delle Cure”, realizzato da ISTUD, che nasce con l’obiettivo di comprendere il punto di vista di pazienti, caregiver (familiari), medici e operatori sanitari, ricercatori e aziende produttrici, decision maker sul perseguimento dell’efficacia, dell’empatia e dell’umanizzazione delle cure attraverso l’utilizzo della telemedicina. Se tu o un tuo familiare avete avuto esperienze con visite o monitoraggi on-line, partecipa al progetto di ricerca narrativa per aiutarci a capire, come migliorare la telemedicina per raggiungere efficacia, empatia e umanizzazione delle cure. Per maggiori info clicca qui

Locandina

Forum Cefalea - La difficile aderenza terapeutica nell’emicrania

26 Ottobre 2021

Segnaliamo questo interessante evento che si terrà il 26 ottobre alle ore 15 in diretta streaming. L’accesso è libero al link: uniroma1.zoom.us/j/86149713679 e la registrazione sarà disponibile anche successivamente.
Per ulteriori informazioni: Locandina

Ci lascia Peppino Accroglianò

24 Ottobre 2021

Peppino Accroglianò è stata una figura fondamentale per la crescita della Fondazione CIRNA Onlus, in particolare negli anni 90 e agli inizi del nuovo millennio. Membro a vita del CdA e storico Vicepresidente della Fondazione, pur non essendo medico, ha saputo cogliere l'importanza di una Ricerca che fosse davvero Traslazionale, finalizzata cioè a migliorare ed implementare i metodi di prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie umane. Tutto il CdA si unisce al dolore dei familiari del caro Peppino e farà tesoro dei suoi illuminanti insegnamenti. Ciao Peppino!

Nuovo numero di Cefalee Today n.128 disponibile

15 Ottobre 2021

E' disponibile il nuovo numero 128 di Cefalee Today del mese di Settembre

Leggi il sommario dei contenuti

Editoriale - Cefalee Today n.128

15 Ottobre 2021

Ben ritrovati, amiche e amici. Anche questa caldissima estate è passata e con l’operoso autunno riprendono tutte le attività. Si sa, il mal di testa non va mai in vacanza, ma noi speriamo che vi abbia dato un po’ di sollievo, ma ahimè, si sa che spesso il caldo eccessivo e gli esotici stravizi dell’anarchia vacanziera non sono affatto d’aiuto. Tra le tante attività ricominciate in questo periodo, ci sono i congressi, finalmente tornati in presenza, pur nel rispetto delle norme del distanziamento e del green pass. Come non menzionare allora il recentissimo convegno internazionale per i 50 anni del Centro Cefalee Mondino di Pavia, fondato dal prof. Giuseppe Nappi. Tutto l’ecosistema a cui noi facciamo riferimento, da questo rotocalco alla fondazione CIRNA (di cui nel 2020 è ricorso il trentesimo anniversario), passando per l’associazione Al.Ce. Group, fa riferimento all’attività visionaria e contestualmente concreta che il prof. Nappi ha tenacemente portato avanti nel corso degli anni. Ecco perché alla fine dell’evento ha ricevuto un premio alla carriera intitolato “Lifetime Achivement Award”, con una scultura commemorativa dell’artista pavese Luciano Ferro, intitolata “il viaggio”, evocativa della ricerca scientifica come un viaggio di esplorazione per il progresso delle conoscenze che, scoperta dopo scoperta e di generazione in generazione, continua nel tempo. Questo è il giusto tributo per chi ha passato il testimone, ma ancora è una guida per i propri successori, discepoli ed epigoni, da lui indirizzati in questa corsa infinita. Da ultimo tra i suoi allievi non posso che esser felice per questo tributo onoratogli. Sempre nel convegno di Pavia vi è stata una sezione realizzata con Al.Ce. Group-CIRNA Foundation più dedicata ai pazienti e alle loro problematicità. In particolare, c’è stato un intervento molto apprezzato sulla telemedicina nelle cefalee, argomento già trattato anche da noi e sul quale torneremo nel nuovo anno. Al termine della “nostra” sezione del congresso è stato conferito, come annunciato nello scorso numero, il premio Paolo Rossi per un giovane ricercatore nel settore delle cefalee.
È davvero bello ricordare così il nostro amico precocemente scomparso e onorare il suo nome, perché la sua missione non termini. “Non si è morti finché si è vivi nella memoria di chi ci ha amati” recita un proverbio e Paolo e la sua opera sono vivissimi tra noi e ancora ci ispirano. Il premio è andato al dott. Roberto De Icco del Mondino di Pavia, che della cinquantennale esperienza pavese nelle cefalee rappresenta il futuro prossimo. Prima di presentarvi il numero, è altrettanto doveroso menzionare un argomento su cui dovremo tornare nei prossimi numeri: la relazione tra cefalea e vaccino anti covid. L’argomento è caldo nei gruppi di discussione tra i pazienti, tante richieste di chiarimento (e di esonero) ci arrivano dai pazienti e molte evidenze su questa relazione stanno emergendo nella letteratura scientifica. Vi anticipo una conclusione di buon senso che è possibile estrapolare da quanto fin ora si sa: vaccinatevi e non abbiate paura. Qualsiasi cosa accada con la vaccinazione alla vostra cefalea sarà transitorio e di entità minore a ciò che potrebbe farvi il contrarre la malattia.

Ma veniamo ora ai contenuti del numero in uscita.
Come sapete, siamo sempre interessati ad analizzare a 360 gradi la dimensione dei problemi vissuti dai nostri pazienti. Così, nella solita intervista di Roberto Nappi, affrontiamo con la dott.ssa Silvia Malaguti, Neurofisiopatologa e Neurourologa, il problema del dolore pelvico cronico, condizione negletta ma molto invalidante dell’universo femminile (e non solo). Come sapete, il grosso dei pazienti dei centri cefalee è costituito da donne e spesso questa condizione è comorbida (cioè, si presenta contemporaneamente) all’emicrania. Talvolta, ne può costituire un meccanismo diretto o indiretto di cronicizzazione. Crediamo sia doveroso concorrere alla diffusione della conoscenza di tale argomento, nell’ottica di favorire una maggiore coscienza collettiva rispetto a questi problemi, anche per spingere magari le nostre lettrici a riconoscersi nel quadro clinico e sentirsi meno sole.

Il successivo articolo, a cura della dott.ssa Natascia Ghiotto, affronta un tema molto interessante e “vischioso”: la cefalea da fame. È sempre molto complesso capire se essa sia un trigger di una sottostante emicrania o una forma a sé stante, ma sicuramente occorre conoscerne esistenza e caratteristiche, per evitare d’incapparvi. Lo ripetiamo sempre: la prima strategia antiemicranica è l’igiene di vita. Ebbene, la regolarità dei pasti, assieme a quella del sonno, è al primo posto nel mantenere questa igiene.

Per la rubrica “la Cefalea in cucina” presentiamo un articolo della dott.ssa Eleonora Di Pietro, biologa nutrizionista dell’Associazione Eupraxia, inerente un’altra bevanda nera di colore e molto amata / odiata da tutti gli emicranici: il caffè. Ne approfitto per fare anche gli auguri alla dott.ssa Nesci, autrice del pezzo precedente della nostra rubrica, neo sposa proprio nei giorni scorsi. Infine, nella rubrica “Amarcord” riprendiamo un vecchio articolo del 2001 sull’emicrania e la medicina generale, il pezzo è sempre attuale nonostante il trascorrere del tempo ed è un modo per salutare la dott.ssa Emanuela Gerosa, anch’essa storica collaboratrice della Direzione Scientifica del Mondino di Pavia, che recentemente è andata in pensione.

Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento.
Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today

Dolore Pelvico Cronico: diffuso e spesso accompagnato da Emicrania

15 Ottobre 2021

Dott.ssa Malaguti, cosa si intende per “Dolore Pelvico Cronico” e quanto è diffuso nella popolazione?

Con Sindrome del Dolore Pelvico Cronico (Chronic Pelvic Pain Syndrome - CPPS) intendiamo il dolore percepito nell’area pelvica, continuo o intermittente che dura più di 6 mesi, spesso accompagnato da sintomi urinari, disturbi evacuativi, disfunzioni sessuali. Il coinvolgimento delle strutture pelviche mio-fasciali e osteoarticolari, gli aspetti negativi cognitivo-comportamentali e psico-emotivi associati riducono significativamente la qualità di vita delle persone affette. Assieme all’asma, la lombalgia cronica e la cefalea è uno di maggiori problemi di salute pubblica. Colpisce circa il 26% della popolazione femminile mondiale in età riproduttiva e il 14% delle donne in menopausa. Nell’uomo al di sotto dei 50 anni ha una prevalenza del 2-16% e causa il 90% delle prostatiti abatteriche con sintomi urinari e disfunzione sessuale.

Quali sono i sintomi principali?

I più comuni sono la sensazione di pressione/dolore sovrapubico, inguinale, perineale, tensione, bruciore perianale o presenza di un corpo estraneo intrarettale. Spesso insorgono spontaneamente, irradiandosi in sede vulvo-vaginale, scrotale-penieno o in area sacro-coccigea. Talvolta, i sintomi sono lateralizzati e si modificano con la postura. Possono associarsi sintomi sensitivi minzionali o evacuativi (frequenza e urgenza), espressione di ipersensibilità viscerale, oppure ritenzione urinaria o stipsi. Accompagnano o seguono la minzione, l’evacuazione, l’eiaculazione. Nei casi più severi rivelano una ipersensibilità/allodinia al contatto, rendendo difficile o impossibile la postura in assise e i rapporti sessuali, con importanti ripercussioni psico-emotive. Nella CPPS frequentemente si associano altre sindromi dolorose come la dismenorrea, l’endometriosi, la sindrome del colon irritabile (IBS), la sindrome della vescica dolorosa/cistite interstiziale (BPS/CI) che tra loro manifestano un alto grado di comorbilità: nel 48% delle donne che soffrono di BPS/IC c’è endometriosi, il 30-75% delle donne con BPS/IC soffre di IBS. La complessità della sintomatologia richiede quindi una diagnosi approfondita per una terapia efficace.

Quali sono le cause ed è possibile fare opera di prevenzione?

Le cause includono fattori neurologici, viscerali, somatici, esperienze traumatiche fisiche e/o psichiche, disordini psichiatrici o anomale reattività allo stress. I visceri pelvici (utero, intestino e vescica) e le strutture miofasciali e osteo-articolari condividono le vie nervose, rendendo pertanto difficile la distinzione tra cause somatiche e viscerali del dolore. La sensibilizzazione crociata viscero-viscerale per cui un organo può ipersensibilizzare un altro organo pelvico e la convergenza viscero-somatica, per cui la persistente stimolazione nocicettiva viscerale può portare alla stimolazione nocicettiva somatica, spiegano perché l’IBS, la BPS/IC e l’endometriosi possono presentarsi con dolore pelvico, ipertono del pavimento pelvico, mialgia, addominalgia, lombalgia.
Analogamente, esiti traumatici o disfunzioni posturali con sequele muscolo-scheletriche, mio-fasciali pelviche e nevralgiche (genito-femorali, ilio-inguinali, ilio-ipogastriche e pudendali) possono associarsi a urgenza, frequenza ed incompleto svuotamento vescicale o retto-anale. Nel 50-90% delle pazienti con CPPS il dolore ha origine muscolo-scheletrica. L’incrementata e cronica attività trasmessa dalle strutture viscerali e somatiche ai centri midollari spinali e cerebrali determina una modulazione dei sistemi di controllo del dolore, amplificandone la risposta del sistema nervoso centrale e riducendone l’inibizione. La prevenzione della CPPS si basa sull’identificazione e trattamento dei fattori predisponenti e scatenanti, unita al mantenimento di uno stile di vita sano. L’endometriosi, per esempio, predispone e mantiene l’infiammazione e l’ipersensibilità viscerale, crea tensione miofasciale ed ansia che a sua volta si riflette negativamente sulla vita intima della paziente.

Come può essere curata? Si può guarire?

Sebbene la diagnostica iniziale debba escludere cause organiche e viscerali del dolore, la terapia organo-specifica da sola non è quasi mai risolutiva. Per evitare prolungate terapie inefficaci e soprattutto interventi chirurgici non necessari, data la natura multifattoriale e complessa della CPPS, è necessario un approccio bio-psico-sociale multidisciplinare in centri specializzati che sappiano identificare la sensibilizzazione centrale, le componenti nevralgiche, disfunzionali miofasciali e somatiche. La valutazione iniziale deve prevedere una storia dettagliata, la revisione delle indagini diagnostiche e delle terapie precedenti. L’esame fisico di tutte le componenti pelviche è fondamentale per identificare eventuali disfunzioni miofasciali, osteo-aricolari pelvi-rachidee e posturali secondarie ad eventi traumatici o post-chirurgici. L’ipertono del pavimento pelvico, la nevralgia o neuropatia del pudendo possono a loro volta essere responsabili del dolore e dei sintomi minzionali ed evacuativi, della dispareunia e dei disturbi sessuali. La valutazione funzionale e neurofisiologica del pavimento pelvico è necessaria per non definire “idiopatico” il dolore lamentato dal paziente. Le strategie terapeutiche di maggiore successo prevedono l’uso combinato dei farmaci per il controllo sintomatico del dolore e della riabilitazione per il recupero funzionale attraverso la terapia manuale, la fisioterapia, la rieducazione posturale, l’integrazione nutrizionale e la dieta, la terapia cognitivo-comportamentale. Gli anti-infiammatori e gli oppiacei sono giustificabili per esempio in fase subacuta post-chirurgica, mentre gli antidepressivi triciclici, gli SSRI e antinevralgici sono indicati nelle forme neuropatiche. Attenzione agli effetti collaterali come la stipsi che possono peggiorare la sintomatologia, aumentando la tensione miofasciale del pavimento pelvico ed incrementando l’ipersensibilità viscerale. La strategia riabilitativa e la fisioterapia per le disfunzioni muscolo-scheletriche devono essere personalizzate considerando le caratteristiche biomeccaniche costituzionali, le disfunzioni posturali, le attitudini individuali verso determinate attività fisiche e le eventuali barriere psicologiche. Centrale nella gestione della CPPS è l’approccio psicologico, che con la terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace nella riduzione della disabilità secondaria indotta dal dolore. Particolare attenzione alla dieta, anch’essa personalizzata, per la possibile coesistenza di IBS e BPS/IC e per correggere eventuali abitudini, come per esempio la riduzione dell’idratazione o la scarsa nutrizione, instaurate per alleviare i sintomi.

Si tratta indubbiamente di una patologia di genere, così come lo sono le Cefalee, in particolare l’Emicrania, se consideriamo che circa il 70% di chi soffre di Emicrania è donna. C’è una qualche correlazione tra le due patologie?

L’emicrania è comune nelle donne con CPPS, anche senza endometriosi. Oltre il 50% delle donne con dismenorrea, il 23-53% con IBS e il 70% con IC/BPS, soffre di cefalea. La sensibilizzazione centrale, responsabile dell’allodinia, iperalgesia e l’allargamento del campo recettoriale neuronale, caratterizza sia la cefalea che la CPPS. Così come per l’emicrania, è indispensabile prevenire precocemente la sensibilizzazione centrale con la terapia farmacologica; riconoscere e trattare rapidamente i fattori predisponenti, scatenanti e cronicizzanti si può rivelare la chiave fondamentale per curare la CPPS.

Intervista alla Dott.ssa Silvia Malaguti a cura di Roberto Nappi

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