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Notizie ed Eventi

Cefalea da fame (o da digiuno)

15 Ottobre 2021

Con cefalea da fame o cefalea da digiuno si intende una cefalea che si può verificare a seguito di astinenza prolungata dal cibo. Il digiuno può assumere differenti valenze tra cui si annoverano il digiuno come pratica religiosa, il digiuno come strumento politico, il digiuno come “medicina interna”. Infatti, è considerato una delle più antiche e diffuse tradizioni curative del mondo.
Ippocrate di Cos, considerato il padre della medicina moderna, scriveva: “Mangiare quando si è malati significa nutrire la propria malattia”. Gli antichi greci credevano infatti che le cure mediche potessero essere osservate dalla natura. Le persone, come la maggior parte degli animali, non mangiano quando si ammalano.
La cefalea da digiuno è inserita nel capitolo 10 della 3° Classificazione Internazionale delle Cefalee della International Headache Society (2018 – edizione italiana a cura di V. Guidetti e L. Savi) facendo parte delle forme attribuite a disordini dell’omeostasi insieme alla cefalea da ipossia/ipercapnia, cefalea da dialisi, cefalea da ipertensione arteriosa, cefalea da ipotiroidismo e cefalea cardiaca.

Quali sono le caratteristiche di questa forma di cefalea?
La cefalea viene definita come una cefalea diffusa che non soddisfi i criteri dell’emicrania o di uno qualsiasi dei suoi sottotipi e che rispetti una delle seguenti caratteristiche: digiuno da almeno 8 ore ed evidenza di rapporto di causalità dimostrato con il digiuno (la cefalea si è sviluppata durante il digiuno e la cefalea è significativamente migliorata dopo l’assunzione di cibo) Il mal di testa da digiuno è quindi caratterizzato da un dolore diffuso o a livello della fronte bilateralmente, non pulsante e di intensità lieve / moderata. Quindi, presenta caratteristiche molto differenti rispetto alle crisi emicraniche.
Tuttavia, questa forma di cefalea si riscontra con maggiore frequenza in soggetti con una precedente storia di cefalea; in questo caso, soprattutto se il paziente è emicranico, la cefalea può essere simile alle crisi abituali. Ricordiamo, infatti, che il digiuno può essere elencato tar i vari fattori scatenati l’emicrania.

Le ragioni del problema non sono state ancora definite con certezza, ma molti autori sono portati a ritenere che la causa principale sia da attribuirsi alla variazione dei livelli di glucosio nel sangue (glicemia). In effetti, il glucosio svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo energetico del cervello ed è molto probabile che il calo della glicemia induca alcune variazioni nel sistema nocicettivo tali da provocare il mal di testa. È plausibile, quindi, l’ipotesi che il dolore alla testa che si avverte dopo un certo periodo di digiuno sia una sorta di "sveglia" che serve a ricordarci che il cervello ha alcune necessità metaboliche che devono essere correttamente soddisfatte

Le cose però si complicano perché la cefalea attribuita al digiuno può insorgere anche in assenza di ipoglicemia: infatti, l’ipoglicemia indotta da insulina non precipita la cefalea in soggetti affetti da emicrania e la cefalea non fa parte dei disturbi riferiti dai pazienti che giungono al Pronto Soccorso con ipoglicemia sintomatica.
Quindi quali sono le basi fisiopatologiche della cefalea da digiuno?
Studi iniziali hanno indirizzato l’ipotesi eziopatogenetica di questa forma di cefalea sull’ipoglicemia (H. J. Roberts, 1967), ma successivamente l’attenzione è stata spostata sui livelli di insulina nel sangue. Le conclusioni di alcuni studi degli anni 70, nei quali sono stati valutati i livelli ematici di glucosio e di insulina durante la somministrazione endovenosa di glucosio e durante la somministrazione di tolbutamide (un potente ipoglicemizzante), sono state che molti emicranici tollerano bene bassi livelli glicemici e che la cefalea da digiuno deve avere meccanismi differenti. Infatti, rispetto a un gruppo di controllo di soggetti non affetti da emicrania è stato osservato un forte calo dei livelli ematici di triptofano nei pazienti con emicrania durante il test di tolleranza alla tolbutamide, suggerendo che gli attacchi di emicrania possono essere indotti in alcuni soggetti da un disturbo del turnover della 5-idrossitriptamina (Marco Poloni, 1976)

Molti anni dopo si è giunti alla conclusione che il problema alla base di questa cefalea verosimilmente è l’iperinsulinemia e questo soprattutto nei soggetti che già soffrono di emicrania. Non è ancora del tutto chiarito cosa significhino i dati sulle alterazioni insulinemiche negli emicranici e perché le due cose dovrebbero essere correlate. Pare che il recettore per l’insulina abbia un forma diversa negli emicranici, ma ciò non sembra alterarne la capacità di lavoro. Sono stare identificate mutazioni del gene per l’insulina, ma il suo significato nell’emicrania non è chiaro. Varie pubblicazioni hanno posto l’accento su un aumento dello stress ossidativo. Una metaanalisi su questo non conferma in generale un legame significativo, ma il legame pare esserci tra stress ossidativo ed emicrania nei pazienti iperinsulinemici. Un argomento nuovo, che data il suo inizio verso la metà degli anni 2000, è quello delle adipochine, i cui livelli sono aumentati negli emicranici, che potrebbero svolgere un ruolo di mediatori dell’infiammazione.
Come si cura la cefalea da digiuno?
È banale dirlo ma, per evitare mal di testa da digiuno, non bisogna saltare i pasti. Detto ciò, ci possono essere delle situazioni impreviste e invitabili, come ad esempio motivi religiosi, in cui il digiuno non può essere evitato. In questi casi, si potrebbe valutare l’ipotesi di assumere un antinfiammatorio, come un FANS a lunga durata d’azione, il giorno antecedente il digiuno. Per questo, però, bisogna sempre confrontarsi con il proprio medico o neurologo.
Ed ora, a furia di parlare di digiuno, mi è venuta fame!

Dr Natascia Ghiotto
Centro Cefalee - IRCCS Mondino, Pavia

La Cefalea in cucina - Cefalee Today n.128

15 Ottobre 2021

Il caffè e il mal di testa: quale relazione?

Chi avrebbe mai scommesso, solo tre secoli fa, sul successo planetario di una amarissima bevanda di origine vegetale, complessa da preparare (è più facile rovinarla che farla bene), derivata da una pianta difficile da coltivare, che cresce solo in limitate zone del mondo, che fa massimo 2 raccolti all’anno e il cui processo di raccolta e trasformazione è tanto articolato quanto delicato? Parliamo del caffè. Fateci caso, tanti surrogati hanno provato a scalzarlo (dall’orzo al cicorione, per rimanere a quelli diffusi nel nostro Paese), senza mai riuscirci, e proprio grazie ad esso, tanti bar prosperano nelle nostre città. Cos’ha decretato dunque il così improbabile e insperato successo della bevanda? Verosimilmente la presenza di caffeina. Alcaloide appartenente alla famiglia delle xantine (come la teina contenuta nel tè e la teobromina nel cacao, altre bevande di grande successo), la caffeina è a tutti gli effetti una “smart drug”, cioè una sostanza psicotropa in grado di inibire il senso di stanchezza ed aumentare la concentrazione. Insomma, la si potrebbe definire a tutti gli effetti una droga eccitante legale e di libera vendita. Ma perché parlarne in un contesto riguardante la cefalea? Perché per anni il caffè è stato proposto quale rimedio contro il mal di testa, in particolar modo nell’emicrania. Nello specifico, esiste la tradizione di consumare caffè con limone (una fettina, solo qualche goccia di succo, o con la scorzetta in infusione) per potenziarne l’effetto. C’è un riscontro oggettivo in questa credenza folkloristica? L’argomento è assai dibattuto per quanto riguarda il limone: qualcuno ritiene si tratti di puro folklore (il disgusto per il sapore acido e amaro assieme favorirebbe un maggior effetto placebo), altri dicono che la soluzione genererebbe sali citrati di caffeina, che dovrebbero avere una maggiore biodisponibilità rispetto alla caffeina semplice estratta dal chicco di caffè, ma la risposta esatta non la conosciamo. Ciò che invece si sa è che la caffeina protegge dall’emicrania, molti studi lo dimostrano, tanto è vero che è stata, ed è tuttora, presente in numerose specialità medicinali formulate appositamente per trattare la fase acuta delle crisi emicraniche. L’azione si eserciterebbe grazie all’effetto antinfiammatorio e antiossidante dell’alcaloide del caffè, ma non si può escludere pure un coinvolgimento diretto del principale meccanismo d’azione della caffeina, cioè l’antagonismo con i recettori adenosinici, che concorre a tenerci svegli e a darci la nota sensazione di benessere. Ma allora è tutto rose e fiori, anzi, caffè e pasticcini, il rapporto tra i soggetti emicranici e la caffeina? Purtroppo no, come in tutte le cose, c’è sempre un risvolto della medaglia. Infatti, il consumo eccessivo di caffeina sembrerebbe essere un fattore di aggravamento del mal di testa, verosimilmente per un meccanismo di dipendenza/astinenza, anche se non si possono escludere altri meccanismi centrali, come quelli che chiamano in causa le anomalie del sonno indotte dall’esagerare con le tazzine bevute. Inoltre, per alcune persone, anche una minima assunzione di caffeina può portare allo scatenamento della crisi emicranica. Ciò colloca la caffeina tra i principali trigger alimentari noti per lo scatenamento della crisi di emicrania. Croce e delizia, insomma. Quindi allora, cosa fare, come comportarsi: da evitare o bere? I consigli sono sempre gli stessi: evitare di esagerare (magari non superare le 4 tazzine di caffè al giorno), non berlo troppo tardi la sera (per non rovinare il ritmo sonno veglia), imparare a consumarlo senza zucchero (per evitare l’effetto collaterale delle tante zollette che si cumulano nelle 24 ore), e poi imparare a osservarsi per capire la propria soglia ed i propri orari ideali di assunzione. Per il resto, il caffè fa male solo a chi fa male, ma a tutti gli altri fa bene, quindi in caso di assenza di pregresse reazioni avverse, vi auguro una buona tazzina di caffè.

A cura della Dott.ssa Eleonora Di Pietro,
Biologa nutrizionista - Associazione Eupraxia

Premio “Paolo Rossi” a Roberto De Icco

04 Ottobre 2021

Nell’ambito del Convegno Internazionale “From Research and Headache Care and Back” organizzato dalla Fondazione Istituto Neurologico Nazionale IRCCS “Casimiro Mondino” per celebrare i 50 anni del Centro Cefalee Mondino-Università di Pavia, sabato 2 ottobre è stato consegnato a Roberto De Icco il I Young Researcher Award “Paolo Rossi”. Si tratta di un riconoscimento istituito dalla Fondazione CIRNA Onlus ed intitolato alla memoria del neurologo Paolo Rossi, prematuramente scomparso nel 2019, da sempre vicino alla stessa Fondazione e all’Associazione di Pazienti Alleanza Cefalalgici (Al.Ce. Group), operante all’interno di CIRNA Onlus. Il Dottor De Icco, medico specializzato in Neurofisiopatologia con un PhD in Scienze Biomediche all’Università di Pavia, è autore di numerose pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche internazionali e ha orientato la sua intensa attività di ricerca in diversi campi, soprattutto sugli aspetti clinici e neurofisiologici delle cefalee primarie, nelle malattie neurodegenerative e nella neuroriabilitazione.

Roberto Nappi – Responsabile Comunicazione Fondazione CIRNA Onlus

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Forum Cefalea - Prevenzione Emicrania: Dove andiamo

21 Settembre 2021

Segnaliamo questo interessante evento che si terrà il 28 settembre alle ore 15 in diretta streaming. L’accesso è libero al link: uniroma1.zoom.us/j/86966711929 e la visione sarà disponibile anche successivamente.

Locandina

CIRNA e Al.Ce. alle celebrazioni per i 50 anni del Centro Cefalee dell'IRCCS Mondino - UNIPV l'1 ed il 2 Ottobre

13 Settembre 2021

Con un anno di ritardo a causa del COVID, un Convegno Internazionale dal titolo " From Research to Headache Care and Back" celebra i 50 anni del Centro Cefalee fondato dal Prof. Giuseppe Nappi nel 1970 all'interno della Fondazione Mondino dell'Università di Pavia. Nell'ambito dell'evento saranno conferiti il XXXI Premio "Ottorino Rossi" e il I Premio "Paolo Rossi", quest'ultimo fortemente voluto da Alleanza Cefalalgici - Fondazione CIRNA Onlus per ricordare la memoria di un Neurologo amico scomparso prematuramente nel 2019.

Una sessione del Convegno, dedicata a cosa interessa di più ai Pazienti nel trattamento dell'Emicrania e della Cefalea a Grappolo, promossa da Al.Ce. Group-CIRNA Onlus (nel Trentennale della Fondazione CIRNA), vedrà tra i Relatori anche i Coordinatori di Al.Ce. Group Italia (Lara Merighi e Cherubino Di Lorenzo) e si concluderà con il conferimento del I Premio "Paolo Rossi".

E' possibile seguire da remoto i lavori (in italiano) di sabato 2 ottobre iscrivendosi a questo link previa registrazione al sito della Fondazione Mondino. A ridosso dell'evento sarà inviato agli iscritti un link di collegamento alla piattaforma tramite la quale seguire gli interventi. I posti in aula sono limitati.

Programma

Premio Paolo Rossi – I Edizione

08 Settembre 2021

Fondazione CIRNA Onlus e Alleanza Cefalalgici vogliono ricordare il dott. Paolo Rossi, prematuramente scomparso nel 2019, con un Premio Internazionale (del valore pari a € 2.000) destinato ad un giovane Ricercatore iscritto ad un Dottorato di Ricerca - o che lo abbia conseguito negli ultimi tre anni – autore della migliore pubblicazione scientifica nel 2021 nel campo della Neurofisiologia delle Cefalee, settore in cui Paolo Rossi aveva sviluppato importanti ricerche. Paolo era un amico e collaboratore storico di CIRNA e Al.Ce., convinto che il coinvolgimento attivo dei Pazienti Cefalalgici e delle Associazioni da essi formate fosse un valore assoluto da favorire e tutelare. Il Premio sarà conferito in occasione del Congresso Internazionale in programma a Pavia l’1 e il 2 ottobre di quest’anno per celebrare i 50 anni del Centro Cefalee dell’IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Mondino di Pavia.

Bando

Nuovo numero di Confinia Cephalalgica et Neurologica 2/2021

08 Settembre 2021

Il nuovo numero 2/2021 della rivista è disponibile ora a questo link https://www.mattioli1885journals.com/index.php/confinia/issue/view/800.

SOMMARIO

Editorial

Paolo Mazzarello, Franco Lucchese, Giorgio Sandrini

Headache and pain research

Jean-Martin Charcot (1825-1893) e la prima descrizione della “sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie” - Francesco Brigo, Mariano Martini, Lorenzo Lorusso

Multidisciplinary research in neurosciences

Spunti di riflessione sulla pandemia da COVID-19 – Vittorio Grassi

Silver economy una oportunidad de desarrollo – Juan José Maldonado Briegas, Florencio Vicente Castro, Ana Isabel Sánchez Iglesias, Franco Lucchese, F Sergio González Ballester

Rita Levi-Montalcini’s first intellectual emigration and her research in the laboratory “à la Robinson Crusoe”: the letters from Brussels and a “Wiggish” recollection - Marco Piccolino

How vary the Mindfulness Skills Before and During COVID-19 pandemic among Italian nurses: a retrospective cohort observational study - Elsa Vitale

Webinars and Congresses

Books

COLPO DI TESTA - La campagna prosegue

07 Settembre 2021

Prosegue la campagna "COLPO DI TESTA. I TUOI DIRITTI SU EMICRANIA E CEFALEA" promossa da CITTADINANZATTIVA con la partecipazione anche di Alleanza Cefalalgici. Strumento fondamentale è l'indagine civica in corso attraverso un semplice questionario rivolto a tutti coloro che soffrono di Mal di Testa. E' necessario che più persone possibile, che convivono con questa Malattia Sociale, aderiscano all'indagine per cui vi chiediamo pochi minuti per compilare il questionario disponibile qui.

Il link al questionario senza collegamento ipertestuale è https://bit.ly/3tm660O

Per ulteriori informazioni potete consultare:

  • la pagina progetto sul sito di Cittadinanzattiva
  • la landing page dedicata

Grazie a tutti per la collaborazione ricordando il nostro storico slogan
PIU' SIAMO, PIU' CONTIAMO!

Forum Cefalea - Prevenzione Emicrania: Dove siamo

06 Settembre 2021

Segnaliamo questo interessante evento che si terrà il 7 settembre alle ore 15 in diretta streaming. L'accesso è libero collegandosi al link https://uniroma1.zoom.us/j/89058608223 e la visione sarà disponibile anche successivamente.

Locandina dell'evento

MIGRAINE ON AIR: Emicrania tra innovazione terapeutica e terapie comportamentali

15 Luglio 2021

Dopo il grande successo del CORSO ON LINE (ancora disponibile registrandosi gratuitamente qui https://migraine-on-air.prexcube.it/ fino al 30 dicembre 2021), torna MIGRAINE ON AIR con un nuovo EVENTO ON LINE in collaborazione con Novartis.
Nell'occasione Neurologi Specialisti delle Cefalee esploreranno insieme ai partecipanti le molteplici strategie di prevenzione dell’Emicrania e, in particolar modo, la sinergia tra terapia farmacologica e terapia comportamentale. L'appuntamento è per il prossimo 7 settembre alle ore 18 sulla piattaforma zoom o in diretta sulla pagina facebook di Alleanza Cefalalgici, che è lieta di rinnovare il proprio patrocinio unitamente alla Fondazione CIRNA Onlus. Il programma e le istruzioni per partecipare sono disponibili nel pdf che segue.

Programma dell'evento online

COMBATTERE ASSIEME IL MAL TESTA: 6 Webinar per Pazienti Cefalalgici

30 Giugno 2021

Dopo aver partecipato con i propri rappresentati medici e pazienti a diversi Webinar, Alleanza Cefalalgici-Fondazione CIRNA Onlus ha deciso "di mettersi in proprio" organizzando un ciclo di Webinar gratuiti riservati ai pazienti e ai loro familiari in calendario tra luglio e novembre 2021. Sarà chiarito, con linguaggio semplice e tono divulgativo, quando rivolgersi al medico e consultare un Centro Cefalee, come distinguere le forme di Mal di Testa, quale può essere l'utilità della Telemedicina, quando è necessario sottoporsi a esami strumentali.
Inoltre, sarà trattato il tema attualissimo dei Gruppi di Auto-Aiuto e del ruolo dei Social, quando cioè i Pazienti aiutano altri Pazienti. Infine, l'ultimo appuntamento tratterà la Meditazione e le Tecniche di Rilassamento che possono rivelarsi utili nel contenimento del proprio Mal di Testa. . Si ringrazia Lundbeck Italia per il contributo non condizionante.

Programma dei Webinar

SEI INCONTRI TELEMATICI RISERVATI AI PAZIENTI PROMOSSI DA ALLEANZA CEFALALGICI-CIRNA

Al.Ce.- CIRNA con il supporto di Lundbeck promuove sei incontri gratuiti in modalità webinar riservati ai pazienti cefalalgici e ai loro familiari. Esperti affronteranno tematiche importanti per i pazienti con rigore scientifico, utilizzando un tono divulgativo e linguaggio semplice.

Prossimo incontro: LUNEDI' 22 NOVEMBRE 2021 - ORE 18.00
LA MEDITAZIONE E LE TECNICHE DI RILASSAMENTO: GLI ANTICHI, NUOVI RIMEDI
Licia Grazzi, Milano

Qui di seguito link per ottenere maggior informazioni sui webinar:
https://idcd.unipv.it/cefalee2021/

La pagina è un vademecum contenente tutte le informazioni utili per partecipare e presenta:

  • il programma da qui a novembre;
  • i passaggi da effettuare per registrarsi e partecipare ai webinar;
  • il link al video tutorial come guida dell'utente nell'interfaccia di Zoom

Per iscrizioni e accesso diretto alla webinar si prega di cliccare il link qui sotto riportato e seguire le istruzioni.
https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_jysry7JKRIq2pb3I5IsnqQ

Nuovo numero di Cefalee Today n.127 disponibile

25 Giugno 2021

E' disponibile il nuovo numero 127 di Cefalee Today del mese di Giugno

Leggi il sommario dei contenuti

Editoriale - Cefalee Today n.127

25 Giugno 2021

Rieccoci, amiche e amici. Lo scorso numero ci auguravamo che questo fosse un anno di svolta e cambiamento e pare che le cose effettivamente stiano iniziando a prendere un’altra direzione. Siamo di fronte ad un allentamento della pandemia, come già accaduto un anno fa di questi tempi, ma a differenza di allora c’è una nuova speranza: nel prossimo trimestre (quindi, nel tempo necessario a che voi possiate leggere il prossimo numero del nostro magazine) l’Italia dovrebbe raggiungere grazie alla campagna vaccinale l’agognata immunità di gregge, garanzia di un ritorno alla normalità, allontanando lo spettro di nuovi lockdown. Sono stati mesi difficili, ne abbiamo risentito tutti, lo ha fatto anche il nostro mal di testa. Infatti, se nel primo anno di pandemia pareva vi fosse stato un miglioramento, conseguenza insperata del confinamento domiciliare, così non è stato in questo secondo anno dell’epoca COVID. I motivi sono stati sicuramente molteplici e questo deve spingerci ancora di più a fare di tutto perché non ve ne sia anche un terzo. Ecco perché è importante che la campagna vaccinale abbia successo: oltre a salvare le vite, l’economia, la libertà individuale, potrebbe aiutarci pure ad allentare il nostro mal di testa. Perché mi soffermo molto su questo aspetto? Perché ormai ci siamo, a partire dal mese scorso sono disponibili le vaccinazioni per le classi di età in cui maggiormente ricadono i nostri pazienti. E c’è molta paura e disinformazione in proposito, lo sappiamo perché da un rapido confronto a margine di alcuni dei tanti eventi formativi a cui partecipiamo noi professionisti delle cefalee è emerso che mai come ora i telefoni dei nostri ambulatori, le nostre mail e i nostri telefoni personali siano tartassati da tante vostre richieste, tutte riguardanti le vaccinazioni e la loro sicurezza. Purtroppo, ci si sono messe pure una non univoca e coerente interpretazione dei dati raccolti in itinere con conseguenti cambiamenti normativi e la cronaca a complicare il quadro, alimentando ulteriormente legittime paure. Il tutto viene, purtroppo, amplificato da predicatori di sciagura che hanno trovato nel contrasto alla campagna vaccinale motivo di visibilità personale e, ahimè talvolta, professionale. Urge, insomma, una parola di chiarezza nella confusione generale.

Andiamo per gradi. Il COVID-19 non colpisce i cefalalgici più di altri, tuttavia quanto osservato in questi mesi ci insegna che la malattia nei cefalalgici lascia talvolta dei brutti ricordi, sia in termini di cefalea nella fase acuta di malattia sia come esito nella cosiddetta “sindrome post COVID”, buon motivo per vaccinarsi! A tale proposito, vi invito a leggere il bell’articolo scritto dalla dottoressa Elena Guaschino del Mondino di Pavia sul tema della Cefalea da Febbre (davvero chiaro e didascalico). Molti dei soggetti vaccinati lamentano come effetto collaterale proprio la cefalea, che in alcuni casi dura anche diversi giorni. Non dovete averne paura, sia perché non è detto vi debba accadere, sia perché non si tratta di una cosa diversa rispetto a ciò a cui siete già abituati: un mal di testa, costo da pagare per concorrere al più imponente progetto sanitario della storia della sanità mondiale dai tempi dell’eradicazione del vaiolo e della lotta alla polio. Pensate a quanti mal di testa gratuiti avete avuto fin ora e capirete che ne vale la pena. Ancora, molti temono che l’uso dei farmaci sintomatici sia controindicato dopo la vaccinazione perché ne ridurrebbe l’efficacia, in parte ciò viene pure spesso detto direttamente dal personale dei centri vaccinali, ma anche qui occorre fare un attimo chiarezza. Tra i farmaci sintomatici più utilizzati ci sono il paracetamolo e i triptani, che non hanno alcun influsso sul sistema immunitario, quindi non possono determinare alcuna riduzione della risposta immunitaria. La segnalazione, quindi, riguarderebbe solo gli antinfiammatori, sia gli steroidi che i FANS. Cosa c’è di vero in tutto ciò? In realtà non c’è molto. Non sono noti casi in cui la risposta immunitaria sia stata limitata da tali farmaci, quindi è più una cautela teorica. I FANS agiscono preferenzialmente a valle dei processi immunitari che portano all’immunizzazione indotta dal vaccino, quindi l’azione immunosoppressiva è un evento al quale i nostri pazienti non dovrebbero essere esposti. Un discorso più o meno analogo va fatto per il cortisone, che effettivamente potrebbe avere un maggior effetto immunosoppressivo, ma tutte le Società Scientifiche coinvolte nelle malattie infiammatorie tranquillizzano i propri pazienti in tal senso, non ravvedendo pericoli di mancata immunizzazione in chi usa gli steroidi. Altro problema sollevato dai pazienti riguarda il rischio trombotico emerso con l’uso dei vaccini a vettore adenovirale. È noto il rischio trombotico di alcuni soggetti emicranici, in particolar modo quelli con aura. Tuttavia, pure in questo caso, si tratta di qualcosa di differente, la trombosi da vaccino chiama in causa meccanismi molto differenti rispetto a quelli coinvolti nei nostri pazienti e comunque le recenti decisioni sulla sospensione di tali farmaci negli under 60 quasi annulla tale rischio. Infine, molti pazienti temono un’interazione tra vaccino e anticorpi monoclonali anti CGRP, che impropriamente qualcuno ancora chiama vaccino. A supporto di queste paure i pazienti riferiscono di transitorie perdite di efficacia dell’anticorpo. Anche qui, nessuna paura, si tratta appunto di fenomeni transitori. L’azione dei farmaci biologici per l’emicrania blocca la cascata infiammatoria a partire dalla prima molecola in essa coinvolta e rilasciata dal trigemino, il CGRP, appunto, mentre l’inoculo del vaccino determina una reazione immunitaria che può bypassare tale blocco, inducendo la produzione di molecole infiammatorie che agiscono a valle del CGRP. Al termine di tale fenomeno, torna centrale il ruolo del neuropeptide infiammatorio nella genesi dell’attacco emicranico e quindi del su blocco mediante gli anticorpi per prevenire le crisi.

A proposito di anticorpi, una bella notizia. Le Società Scientifiche coinvolte nello studio e cura della cefalea sono riuscite ad ottenere una vittoria per i nostri pazienti. Cade il blocco obbligatorio di 3 mesi nella cura con anticorpi dopo un anno di cura. Adesso, se la cefalea dovesse peggiorare a seguito della sospensione, sarà possibile prescrivere nuovamente il farmaco al paziente, senza dover attendere. Il tema è approfondito dal nostro Roberto Nappi in un’intervista con il prof. Gioacchino Tedeschi, presidente della Società Italiana di Neurologia.

Per la rubrica Amarcord, visto che tanto si parla di ricerca e modelli sperimentali, abbiamo pensato di recuperare un pezzo del prof. Alfredo Costa proprio sui modelli sperimentali di mal di testa: “Quando il mal di testa è provocato ad arte”, dal numero 7 di Cefalee Today del settembre 2000.

Ospitiamo, poi, un altro pezzo d’annata a firma dello scomparso prof. Mario Tiengo, uno dei padri dell’algologia italiana, dal titolo “Origine e sviluppo degli studi sulla sensibilità e sul dolore”, prefazione a un volumetto sul tema edito negli anni ’90 che calza a pennello con ciò che noi affrontiamo uotidianamente: un dolore il cui perché non riusciamo a comprendere. Il testo è commentato dal dott. Massimo Radaelli, Direttore Generale della Fondazione C.I.R.N.A., che ebbe modo di conoscere e frequentare il prof. Tiengo.

Questo mese non c’è spazio, purtroppo, per la rubrica sulla cefalea in cucina, perché dobbiamo lanciare la prima edizione di un Premio al quale teniamo molto, per motivi personali, quello intitolato alla memoria del compianto dott. Paolo Rossi, amico e maestro di vita e di mestiere. Scusate se mi sono dilungato, ma credo tanto fosse dovuto. Spero il numero vi piaccia, fateci sapere come sempre cosa ne pensate.
Buona lettura.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today

Via le limitazioni agli anticorpi monoclonali per l’emicrania: cosa cambia

25 Giugno 2021

Prof. Tedeschi, a pochi giorni dalla XIII GIORNATA NAZIONALE DEL MAL DI TESTA è giunta la lieta notizia che l’AIFA ha deciso di modificare le limitazioni prescrittive riguardanti gli anticorpi monoclonali per l’emicrania. Esattamente, di cosa si tratta, quale era il quadro precedente e come è stato cambiato?

Da circa un anno, l’AIFA aveva identificato i candidati al trattamento con anticorpi monoclonali: pazienti adulti che negli ultimi 3 mesi abbiano presentato almeno 8 giorni di emicrania disabilitante al mese (definita come punteggio del questionario MIDAS ≥11), già trattati con altre terapie di profilassi per l’emicrania e che abbiano mostrato una risposta insufficiente dopo almeno 6 settimane di trattamento o che siano intolleranti o che presentino chiare controindicazioni ad almeno 3 precedenti classi di farmaci per la profilassi dell’emicrania. Questa cura rivoluzionaria ha portato a un nuovo modo di affrontare la patologia, perché è in grado di agire sulla causa dell’emicrania e riesce quindi a prevenirla: nei pazienti trattati si è assistito infatti alla riduzione della frequenza, dell’intensità e della durata degli attacchi emicranici nel corso del tempo.
Inoltre, la somministrazione avviene una sola volta al mese. Tutto questo ha portato un beneficio enorme sulla qualità di vita dei nostri pazienti.Tuttavia, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha introdotto nel luglio 2020 delle limitazioni per quanto riguarda l’utilizzo degli anticorpi monoclonali in regime di rimborsabilità, prevedendo la sospensione obbligatoria della terapia per almeno 3 mesi dopo 12 mesi di trattamento, per poi essere eventualmente reintrodotta qualora si fossero ripresentate le caratteristiche che ne supportassero la prescrivibilità.

Sappiamo che in qualità di presidente della SIN il suo ruolo è stato fondamentale. In che modo Lei e la Società Scientifica da lei presieduta vi siete mossi con le Istituzioni per poter portare a casa questo importante risultato?

Come Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN), di concerto con il prof. Paolo Calabresi - Presidente della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) - ed il prof. Piero Barbanti - Presidente dell’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (Anircef) - ho interpellato il 23 aprile scorso l’AIFA per chiedere di elaborare insieme una soluzione a tale disposizione regolatoria, tenendo presente il bene dei pazienti emicranici che venivano pesantemente penalizzati da questa delibera, poiché erano destinati a stare nuovamente male senza la possibilità di vedersi prescrivere un’alternativa terapeutica efficace in regime di rimborsabilità. La sospensione della terapia con anticorpi anti CGRP dopo 12 mesi di trattamento imposta dall’AIFA non era sostenuta da dati scientifici univoci, ma era stata decisa sulla base di quanto avveniva e avviene con i vecchi farmaci antiemicranici. Si trattava di un approccio non giustificabile, essendo gli anticorpi privi di quella pletora di effetti collaterali che caratterizzavano le vecchie cure e che pertanto rendevano necessaria la sospensione di terapie poco tollerabili. Le osservazioni poste all’attenzione dell’AIFA sono state velocemente recepite e, a breve, i pazienti in terapia con anticorpi monoclonali anti-CGRP non saranno più costretti ad attendere i famigerati 3 mesi di sospensione che facevano seguito ai 12 mesi di terapia, prima di riprendere il trattamento antiemicranico specifico. Ciò non solo permette ai pazienti di tirare un sospiro di sollievo, ma solleva noi clinici dal senso di impotenza e smarrimento, in quanto ci trovavamo costretti a sospendere, senza alcun apparente motivo scientifico né clinico, una terapia efficace e altamente tollerabile. Infine, le precedenti disposizioni AIFA provocavano problematiche di ineguaglianza sociale in quanto il trattamento con anticorpi monoclonali, nel corso dei 3 mesi di sospensione obbligatoria, poteva essere prescritto in regime di “non rimborsabilità”, permettendo quindi solo ai pazienti che potevano affrontare un esborso ingente, la possibilità di non interrompere il trattamento.

Pensa che l’azione dei pazienti abbia in qualche modo inciso sulla decisione finale?

Sono convinto che il ruolo delle associazioni dei pazienti abbia avuto un ruolo importante nel sensibilizzare sia le Istituzioni che l’opinione pubblica su questa tematica.

Al di là degli anticorpi monoclonali, nuove famiglie di farmaci sono prossimi all’immissione in commercio in Europa, mentre negli USA sono già disponibili (a costi altissimi, oltretutto). Pensa che presto potremmo disporne pure noi in Italia e che analogamente agli anticorpi saranno erogati dal SSN?

Sono in corso trials clinici molto avanzati su altri farmaci innovativi, i gepanti, che potrebbero essere proposti sia nel trattamento della fase dolorosa dell’attacco emicranico che nella prevenzione. Ovviamente, come in tutte le analoghe sperimentazioni, bisognerà attendere che i risultati vengano sottoposti al vaglio delle agenzie regolatorie.

Dopo il riconoscimento delle cefalee croniche primarie come patologie di interesse sociale e la crescente disponibilità di nuove opzioni terapeutiche, come immaginate voi neurologi il futuro dei pazienti con cefalea?

Fino a non molto tempo fa, si curavano i pazienti emicranici utilizzando farmaci sviluppati per curare altre patologie come gli antidepressivi, gli antiepilettici o gli antipertensivi: farmaci caratterizzati da una discreta efficacia, ma gravati da, talvolta, intollerabili effetti collaterali. Recentemente, l’armamentario a disposizione degli specialisti che si occupano di emicrania si è arricchito di un innovativo approccio terapeutico che prevede l’utilizzo di questi anticorpi monoclonali sviluppati artificialmente e diretti contro una particolare molecola nota come CGRP che, quando “prodotta in eccesso”, può provocare un’infiammazione avente un ruolo fondamentale nella genesi della malattia. Questo rappresenta un enorme avanzamento per i pazienti emicranici. Ora c’è bisogno che i centri per la diagnosi e cura delle cefalee siano messi in condizione di soddisfare le richieste dei pazienti che hanno diritto al trattamento con anticorpi monoclonali. Per far questo, oltre al potenziamento dei centri, sarà indispensabile che il territorio si faccia carico della selezione dei pazienti candidati al trattamento.

Intervista al Prof. Gioacchino Tedeschi a cura di Roberto Nappi

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