Una vita a metà…a Venezia di Alessandra Sorrentino
Ho pianto. Non le lacrime trattenute, quelle che restano negli occhi e scivolano via silenziose, ma quelle che arrivano di colpo, travolgenti, difficili da contenere. E poi ho sorriso, di quella felicità limpida che nasce dalla consapevolezza: trasformare il dolore è possibile, e soprattutto è possibile cambiare lo sguardo degli altri su quel dolore.
Il 2025 ha permesso ad Alleanza Cefalalgici di realizzare diversi progetti importanti.
Uno di questi è “Una vita a metà”, il docufilm che racconta l’esperienza di chi vive con l’emicrania e che è stato presentato il 4 settembre in anteprima nella cornice della Villa powered by Giffoni Innovation Hub in occasione della 82esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Un contesto inusuale, apparentemente lontano da una malattia che si vive spesso nel silenzio e nell’ombra. Eppure, proprio per questo, necessario.
Il docufilm nasce dal desiderio di mettere in primo piano le voci di chi convive con l’emicrania, dare un volto e una storia a ciò che troppo a lungo è stato ridotto a “un banale mal di testa”.
Chi vive questa malattia sa bene che non è così. È buio, isolamento, giorni sospesi. È rinuncia a momenti di vita comune: una cena con gli amici, un colloquio importante, un pomeriggio al parco con i figli. È la sensazione di avere una lama conficcata nella testa che ti obbliga a fermarti, a restare chiuso in casa, mentre fuori gli altri ridono e corrono.
In “Una vita a metà” ognuno ha portato un pezzo del proprio vissuto: dolore, certo, ma anche gioia, fatica, coraggio e rinascita. Raccontare il dolore davanti a una telecamera significa esporsi, rivelare una parte fragile di sé. Eppure chi ha accettato di partecipare lo ha fatto perché la posta in gioco era più grande della paura: dare voce a milioni di persone che ogni giorno affrontano la stessa realtà.
La proiezione è stata seguita da un incontro aperto: un dialogo tra chi la malattia la vive, chi la studia, chi la racconta e chi lavora ogni giorno per trovare nuove soluzioni terapeutiche. È stato un intreccio di esperienze diverse che hanno trovato un terreno comune: la volontà di accendere una luce su un dolore invisibile.
Il docufilm sarà trasmesso su La7 e La7d e successivamente reso disponibile su Amazon Prime Video, raggiungendo così un pubblico ancora più ampio.
E quando il buio dell’emicrania incontra la luce del grande schermo, quello che accade non è soltanto una proiezione: è un atto di trasformazione collettiva, un atto di advocacy culturale. È un invito a cambiare sguardo: da “il solito mal di testa” a una malattia neurologica cronica e invalidante che merita ascolto, rispetto e ricerca.
“Una vita a metà” è stato prodotto da Donatella Romani e Roberto Amato di Telomero Produzioni in collaborazione con Alleanza Cefalalgici e Fondazione CIRNA ETS, con il contributo non condizionante di AbbVie, e con i patrocini di SISC, SIN, Fondazione Onda e AIC.
Grazie a: Monica Guerzoni - Giornalista Corriere Della Sera, Francesca Cavallin - Attrice, Saverio Raimondo - Attore e Scrittore, Matteo Sartori - Atleta Olimpionico di Canottaggio delle Fiamme Gialle, Piero Barbanti - Neurologo, Professore Ordinario Di Neurologia, Università-Irccs San Raffaele, Roma Membro Del Direttivo Della International Headache Society, Cristina Tassorelli - Neurologa, Professore Ordinario Di Neurologia, Università Degli Studi Di Pavia, Ircss C. Mondino, Pavia, Simona Guerzoni - Farmacologa E Tossicologa, Responsabile Farmacologia E Tossicologia Clinica Centro Cefalee E Abuso Di Farmaci - Azienda Ospedaliera-Universitaria Di Modena, Simona Sacco - Neurologa, Professoressa Ordinaria Di Neurologia, Università Degli Studi Dell'aquila, Direttrice Uoc Neurologia e Stroke Unit Avezzano-Sulmona-L'aquila, Isabella Fiorillo - Studentessa in psicologia, Chiara Antoniol - Fisioterapista, Mathilda Prearo - Studentessa e Nicoletta Orthmann - Fondazione Onda

