Rieccoci amiche e amici, e benvenuto autunno, stagione di vendemmia e castagne, ma pure di acquazzoni e giornate che si accorciano. Tutti fattori (eccetto le castagne, purché non se ne abusi) che ahimè potrebbero in un modo o nell’altro peggiorarci il mal di testa. Come di consueto, iniziamo l’editoriale con il solito ‘cahiers de doléances’ sulla situazione farmaci: c’è stato un gran trambusto in questi mesi. Da un lato, le testate giornalistiche hanno generato una forte aspettativa, poi andata frustrata, riportando i mirabolanti risultati di studi statunitensi condotti su alcuni farmaci appartenenti alla famiglia dei gepanti, che però non sono stati ancora sottoposti alla procedura di registrazione presso l’EMA (Ente Europeo per la Sicurezza dei Farmaci) propedeutica alla loro futura immissione in commercio (e che forse, per meri motivi di marketing, non verranno mai esportati in Europa). Dall’altro, si trascina l’infinita beckettiana attesa della rimborsabilità dei gepanti già immessi in commercio. Come Godot che non arriva mai, si susseguono voci, dettagli annunci, ma poi tutto si risolve in un nulla di fatto. Il rimegepant prima, l’atogepant poi sono stati immessi in commercio a totale carico dei pazienti e iniziano a circolare con enorme difficoltà a causa dei costi molto elevati. Il primo ha già la doppia indicazione come farmaco sintomatico e come terapia di profilassi; il secondo, per ora, solo come terapia preventiva. Circolano in questi giorni voci incontrollate della prossima pubblicazione in Gazzetta della loro rimborsabilità, ma per ora tutto tace e le nostre gole profonde nelle Aziende e nelle Istituzioni non sanno darci una scadenza attendibile, sebbene concordino nel dire “è imminente”. Non mi dilungo oltre, in attesa di capire se la nuova Legge di Bilancio, che prevede più fondi per il nostro disgraziato SSN, possa offrire nuove risorse anche per i Centri Cefalee, il cui accesso è di fatto impossibile in molte Regioni per i tempi di attesa dilatati all’infinito.
Veniamo dunque ai contenuto del numero, come sempre molto interessanti (fateci sapere se siete della stessa opinione).
Inizierei dall’intervista del nostro Roberto Nappi con il dottor Catello Vollono, responsabile del Centro Cefalee della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, con cui si approfondisce la complessa relazione esistente tra cefalea e sonno. Abbiamo affrontato l’argomento perché è crescente il numero di pubblicazioni scientifiche sull’argomento, ma pure perché si tratta di un problema che colpisce gli over 50 e, indovinate un po’, noi siamo una popolazione che invecchia sempre di più; quindi, è sempre maggiore la prevalenza di nostri pazienti che lamenta questo tipo di relazione. Valeva la pena fare un approfondimento e, essendo il dottor Vollono coinvolto nel Centro di Medicina del Sonno del suo Policlinico, abbiamo deciso di chiedere alla persona che ci sembrava più idonea a fornirci un chiaro scenario.
Invece, per il secondo contenuto, abbiamo chiesto una mano alla dottoressa Emanuela Paone, psicologa presso l’ICOT di Latina. L’argomento ce lo avete in realtà proposto voi, con una domanda sui social. Questo è stato l’anno di Angelina Mango, vincitrice del Festival di Sanremo, e della sua canzone: la noia. Insomma, tra 20 anni, quando qualcuno vorrà ricordare il 2024 in musica non potrà prescindere da questa cumbia. Ecco perché, in pieno delirio social per questa canzone, una paziente del gruppo Facebook ci ha chiesto: “Qual è la relazione tra la noia e il mal di testa?”. Potevamo perdere l’occasione di approfondire l’argomento? Certo che no, anche perché il concetto di noia è decisamente affascinante, ora visto come il peggiore (per Oscar Wilde), ora come il minore (per Marcel Proust) dei mali da sopportare, mentre già altri letterati (come Alberto Moravia) ne riconoscevano addirittura una intrinseca forza generatrice, perché annoiati dalla noia usciamo dalla nostra “confort zone” (oggi la si chiamerebbe così). Però, sebbene etimologicamente scorretto (perché noia deriva dal latino ‘in odio’), il termine mi ha sempre ricordato altre 2 parole greche che sono molto attinenti ai nostri mal di testa: noos, cioè intelletto o conoscenza, e noys (νοῦς), cioè mente (radice preceduta dal suffisso ‘para’ del termine παράνοια, molto abusato dalle persone della mia generazione). Scusate la digressione, ma grazie ad esse non mi annoio affatto, spero di non averla cagionata in voi.
Andando avanti nello scorrere tra i contenuti di questo numero, troverete pure una piccola segnalazione letteraria relativa al libro “Vivere bene in menopausa” della professoressa Rossella Nappi. Come dicevamo prima, molti dei nostri pazienti vivono ormai nella fascia di età che va oltre la fase riproduttiva della vita e per buona parte sono donne; quindi, conoscere correttamente questa condizione è sicuramente importante e, ça va sans dire, poteva mai la più cefalologa tra le ginecologhe non parlare pure del mal di testa? Certamente no.
Nella rubrica la cefalea in cucina, con la nostra dottoressa Eleonora di Pietro, parleremo di una spezia molto particolare, che o si ama o si odia, ma che non lascia mai indifferenti: l’aglio. Amico o nemico di noi emicranici? Andiamo a scoprirlo insieme.
Per la rubrica Amarcord, infine, abbiamo selezionato un articolo di ottobre 2009 a cura di Rosita Trotti in cui si parla del ruolo dell’omocisteina e del contrasto dell’iperomocisteinemia nell’emicrania. Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento. Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.
Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today