L’emicrania è indubbiamente un disturbo disabilitante che affligge principalmente le donne, compromettendone spesso la vita lavorativa e sociale. Sebbene questo concetto sia noto da tempo, ad oggi non abbiamo a disposizione un percorso diagnostico e terapeutico che possa soddisfare appieno le peculiari necessità delle persone di genere femminile nelle diverse fasi della vita. L’emicrania femminile, rispetto a quella maschile, differisce non solo per la maggiore prevalenza e gravità, ma anche per le differenze legate al genere, come le variazioni ormonali associate al ciclo mestruale e alla menopausa, la gravidanza e l’allattamento, nonché l’uso dei contraccettivi e della terapia ormonale sostitutiva. Da non tralasciare gli aspetti psicologici e la problematica dei tumori femminili, come il tumore al seno, che spesso richiedono una terapia ormonale di lunga durata. Gli attacchi di emicrania possono manifestarsi precocemente, verificandosi frequentemente prima dell’età adulta. La gestione dell’emicrania nelle bambine e nelle adolescenti richiede molta attenzione. Sebbene esistano linee guida nazionali e internazionali per la diagnosi e il trattamento delle cefalee pediatriche, la transizione critica tra prepubertà e postpubertà non viene sufficientemente enfatizzata. Inoltre, un’attenzione maggiore dovrebbe essere rivolta agli aspetti sociali delle adolescenti nella loro vita quotidiana, identificando situazioni ed esperienze che possano rappresentare una fonte di ansia o stress associata all’emicrania. Per cercare di colmare queste mancanze, un gruppo di esperti della Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (Anircef) in collaborazione con la Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) e con il supporto incondizionato di TEVA, ha recentemente proposto un documento  di consenso sull’argomento tramite il metodo Delphi. Il metodo Delphi è una tecnica di previsione in cui esperti rispondono a più ripetute indagini, in modo anonimo, per raggiungere un consenso su un argomento, riducendo l’influenza di opinioni individuali e migliorando l’affidabilità del risultato. Gli esperti dei Centri Cefalee sono stati affiancati da esperti nella salute della donna nelle diverse fasi della vita (Pediatra, Medico di Medicina Generale, Ginecologo, Oncologo, Farmacologo, Farmacista), arrivando così a formulare un approccio multidisciplinare al problema. Gli esperti hanno ritenuto che i sintomi dell’emicrania siano per lo più fraintesi dalle donne colpite e che non vengano considerati come legati a una malattia vera e propria anche per paura dello stigma; di conseguenza, le donne con emicrania potrebbero impiegare molto tempo prima di cercare attivamente supporto medico. Sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere l’educazione sulla malattia sono punti cruciali per aumentare la consapevolezza sull’emicrania tra le donne, ridurre lo stigma e garantire un’adeguata assistenza medica. Analizzando, infine, il problema punto per punto, gli esperti hanno concordato che:

1. nelle pazienti pediatriche e adolescenti, un intervento sociocomportamentale dovrebbe essere pianificato prima di qualsiasi trattamento farmacologico;

2. l’individuazione dell’emicrania con aura è considerata cruciale per le donne adulte che necessitano di terapia contraccettiva (secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’emicrania con aura rappresenta una controindicazione assoluta all’uso di contraccettivi ormonali estroprogestinici in quanto è associata a un aumento del rischio di eventi ischemici cerebrovascolari);

3. l’agopuntura è un trattamento efficace per le donne in gravidanza e in allattamento;

4. la selezione della terapia ormonale sostitutiva nelle pazienti in menopausa richiede una valutazione attenta per mitigarne i rischi;

5. manchino letteratura e linee guida per la gestione dell’emicrania nelle donne sottoposte a trattamenti riproduttivi assistiti o oncologici.

Le informazioni ottenute da questo documento dovrebbero servire per sviluppare un percorso specifico per diagnosticare e trattare l’emicrania femminile. La gestione attuale dell’emicrania nelle donne in Italia necessita di profondi miglioramenti per garantire una cura ottimale, standardizzata e continua in ogni fase della vita.

Gli esperti sottolineano la necessità di:

a. una maggiore multidisciplinarità (intesa come una stretta collaborazione tra il neurologo/specialista in cefalee e tutti gli altri professionisti medici eventualmente coinvolti nella cura

dell’emicrania durante la vita delle donne);

b. un aumento della collaborazione tra le cliniche per le cefalee e i servizi territoriali;

c. una maggiore educazione sulla gestione dell’emicrania e sugli strumenti diagnostici tramite aggiornamenti periodici (dedicati a tutti gli operatori professionali che potrebbero supportare le donne con emicrania, inclusi ginecologi, farmacisti, medici di medicina generale, pediatri, oncologi e altri specialisti). Auspichiamo che questi suggerimenti vengano accolti al più presto dalle Istituzioni che si occupano di Sanità Pubblica.