È di osservazione comune che esistano differenze cliniche significative nella gravità del COVID-19 tra uomini e donne. I tassi di infezione sono simili in entrambi i gruppi; tuttavia, il rischio per gli uomini del supporto ventilatorio o di morire è molto più elevato rispetto alle donne. I tassi di intubazione e morte negli uomini si aggirano intorno all’80% rispetto al 20% tra le donne. Le donne con COVID-19 in terapia intensiva tendono ad essere in età post-menopausale, quando la secrezione degli steroidi sessuali è ridotta o assente.
Il fatto di essere donna in età fertile, ed anche di essere in gravidanza, offre un certo grado di protezione per quanto riguarda la gravità della malattia, probabilmente legato alla secrezione di progesterone, ormone dotato di proprietà anti-infiammatorie e immunomodulanti.
Durante il decorso di COVID-19, una delle complicanze più temute è la cosiddetta “tempesta di citochine” che si caratterizza per una risposta iperattiva del sistema immunitario. Il fenomeno è osservato più frequentemente nei maschi, nelle persone anziane e nelle persone obese e può essere collegato a differenze nell’assetto ormonale delle gonadi e ipofisario.
Alcuni studi suggeriscono che le differenze di età e sesso nella gravità dei sintomi di COVID-19 possono essere dovute alla carenza estrogenica. Sappiamo che i recettori degli estrogeni esistono nel sistema vascolare e nei polmoni e che, in qualche modo, gli estrogeni possono svolgere un ruolo protettivo nelle donne più giovani, in premenopausa. L’espressione dell’ACE2, da cui dipende l’infezione da SARS-CoV-2, è maggiore nel sesso maschile e sembra essere influenzata dai livelli circolanti di testosterone, ormone coinvolto nella patogenesi di fenomeni tromboembolici, collegati alla letalità da COVID-19.
Inoltre, la carenza di vitamina D, particolarmente frequente nelle persone obese e nei maschi di età avanzata, sembrerebbe favorire l’aggravarsi dell’infezione dell’apparato respiratorio, aumentando la letalità. È noto che la secrezione di GH (ormone della crescita) è maggiore nelle donne e si riduce con l’età e nelle persone obese. Il GH è prodotto dall’ipofisi ed è fondamentale per lo sviluppo ed il mantenimento del sistema immunitario. Il suo declino con l’età e l’obesità provoca alterazioni in più sistemi, incluso il sistema immunitario che stressano l’organismo ed aumentano la suscettibilità alle malattie.
Prof.ssa Carla Lubrano
Specialista in Endocrinologia,
Sapienza Università di Roma